Incontro a Pontedera il campione di salto ostacoli Natale Chiaudani, reduce da una vacanza in Patagonia dedicata alla sua grande passione: la pesca a mosca.
Lo seguo nelle varie fasi della sua giornata: le lezioni al mattino, la veloce pausa pranzo, il lavoro dei suoi cavalli. Mai un attimo di inattività, tipico di chi è concentrato sugli obiettivi. Si parla di tutto: tecnica, veterinaria, tendenze dell’attuale equitazione, imboccature ma anche di tempo libero, dell’amore per la figlia Lucrezia, sempre presente al suo fianco e promettente amazzone.
Sul cavaliere Natale Chiaudani non c’è molto da aggiungere, è un personaggio nel circuito d’elite del salto ostacoli mondiale. Se si digita su Google il suo nome intere pagine ci parlano di lui e dei suoi trionfi: Olimpiadi, Europei, vittorie in Gran Premi di Internazionali. Infiniti successi, qualche grande delusione come la cessione di Seldana di Campalto, sua cavalla di punta, agli Arabi.
Forse è meno conosciuto come uomo, apparendo in pubblico talvolta distaccato e impenetrabile. In realtà alla freddezza che lo accompagna soprattutto in gara dove non lascia trapelare la minima emozione abbina una personalità ricca di sfaccettature e chi ha la fortuna di avvicinarlo può cogliere subito la sua affabilità e disponibilità.
E’ molto in forma, carico e pronto ad iniziare questo nuovo anno agonistico con l’usuale grinta e determinazione. Merito probabilmente del nuovo cavallo, Almero (Asti Spumante x Gajush) , con cui ha già chiuso il 2010 con ottimi risultati in Coppa del Mondo a Mechelen in Belgio (netto al base e una toccata nel barrage cat.150) , uno stupendo castrone sauro di 11 anni, elegante nell’incollatura e nei movimenti.
-Iniziamo subito da Almero. Se il buon giorno si vede dal mattino….
“Credo di aver incontrato il cavallo della mia vita. E’ molto difficile ma nello stesso tempo ha dei mezzi e una potenza che non ho mai trovato in nessun altro cavallo. Quando salto con lui provo delle sensazioni nuove. I risultati ottenuti alla fine dell’anno passato, appena iniziato a montarlo, mi fanno ben sperare per il futuro.
E’ un cavallo particolare, sensibilissimo nella bocca, sospettoso. Quando hanno aperto il tendone per entrare in gara in Coppa del Mondo in Belgio e ha visto le tribune gremite di folla ha lanciato un nitrito fortissimo ma poi salto dopo salto si è rilassato volando sulle altezze. Ho terminato il percorso con un netto e c’è stata una corsa di addetti ai lavori fuori dal campo gara a chiedermi del cavallo”
-Passando dal lavoro al tempo libero è da tanto che hai questa passione per la pesca a mosca?
“ Sono pescatore ancor prima che cavaliere, da tantissimi anni. Durante quest’ultima vacanza in Patagonia ho vissuto un’esperienza veramente straordinaria. Ho conosciuto una guida che è una vera leggenda per questo tipo di pesca. Si chiama Cachin Roja, un uomo di circa 50 anni.
Erano le ore 09.22 e dopo una giornata di pesca mediocre ci guarda e ci dice: “mancano ancora 8 minuti”. Ci guardammo tra noi pescatori senza capire il senso di quella affermazione. Alle 09.30 all’improvviso ci fu la schiusa della Hexagenia, una mosca giallo limone grande circa 3 cm e mezzo che vive solo un’ora , il tempo di accoppiarsi e posarsi sull’acqua per deporre le uova. A quel punto si scatenarono 40 minuti di delirio in quanto i pesci più grossi emersero per mangiare le larve e noi recuperammo la giornata con una abbondante pesca”
– Chiudiamo con una domanda su tua figlia Lucrezia. Come funziona il rapporto papà-istruttore e figlia-allieva? Mi sembrate molto affiatati.
“Funziona bene anche se, essendo io una persona esigente, pretendo molto da lei. Come tanti altri ragazzi della sua età ha poca predisposizione al sacrificio ma quando si impegna tira fuori una mentalità alla tedesca e allora dà il meglio”.
Grazie Natale per la chiacchierata. Alla prossima per fare conoscere qualche altro lato del tuo carattere.
intervista e foto di Monica Domeniconi