a cura di Daniela Cursi
Ottantacinque anni di sport. Ottantacinque edizioni uniche e rappresentative di un pezzo di storia. Ne può raccontare di aneddoti la signora “Piazza di Siena”. Anziana e longeva, ma in ottima salute, mantiene sempre la voglia di guardare al futuro e accogliere nuove prospettive. Ne potrebbe narrare di storie, ma ogni anno è troppo impegnata ad essere “contemporanea” per mantenere la sua autorità.
Amata, ma anche temuta, ha rappresentato il sogno, ma anche la delusione, di intere generazioni sportive. Nel corso della sua vita ha accolto celebri strette di mano, ha unito e diviso un intero comparto, ma ha sempre celebrato i migliori sul campo. E’ sopravvissuta alle polemiche sterili ed è cresciuta sulle critiche costruttive.
Fiera della sua origine nobile, ha seguito di pari passo il cambiamento di mode e costumi, assecondando l’evoluzione delle tecnologie, senza perdere il gusto della tradizione. Ha ammirato i cappellini della nobiltà europea e i primi tacchi con gonne corte. Ha applaudito le grandi invenzioni della storia, dal fax a internet, dalla macchina da scrivere al personal computer, dal telefono allo smartphone. Ha testimoniato il passaggio dal Fascismo alla Prima Repubblica, l’emanazione del primo codice civile nazionale, la conquista dello Spazio, il crollo del muro di Berlino e il passaggio dalla lira all’euro.
Sede equestre a cinque cerchi nel 1960, avrebbe ospitato con successo anche le Olimpiadi 2024.
Piazza di Siena, insomma, è una signora saggia, ma soprattutto trasformista, capace di stare al passo con i tempi, mantenendo però la sua identità nel pieno rispetto del suo unico amore: i cavalli.