Giovanna Romano ci parla di quello che è l’incubo di ogni allevatore, l’aborto della fattrice

Giovanna Romano ci parla di quello che è l’incubo di ogni allevatore, l’aborto della fattrice
Photo Credit To Guia Pavese

Aspettare per mesi il prodotto dell’incrocio studiato sulla carta e deciso dopo aver analizzato le caratteristiche di decine di stalloni è forse la parte più emozionante per ogni allevatore. L’attesa, però, può anche risultare vana quando accade quello che è l’incubo di tutti coloro che decidono di far coprire una cavalla: l’aborto della fattrice.

Nel video che riportiamo la dott.ssa Romano, responsabile del Centro Equino Arcadia ed esperta in materia di riproduzione e ginecologia equina,  spiega le cause e come prevenire o almeno ridurre il rischio di aborto della fattrice.

Per incominciare la dottoressa ricorda che le cause dell’aborto si classificano in 2 macro categorie:

– cause virali

– cause legate ad una patologia placentare

I principali virus responsabili dell’aborto nelle cavalle gravide sono il virus dell’arterite virale e quello dell’Herpes Virus. Il primo non viene considerato un “vero” rischio in quanto ormai è molto tempo che non vengono segnalate epidemie di aborti legati all’arterite virale. Diverso è il discorso per l’Herpes Virus per il quale è molto più frequente che vengano segnalate epidemie che poi si diffondono nei diversi paesi europei. Negli stalloni, nei castroni e nelle cavalle non gravide si presenta con una sintomatologia influenzale (scolo nasale, rialzo termico) mentre nel caso di una cavalla in gravidanza il virus va a causare una trombosi a livello dei vasi placentari che portano ad un distacco di placenta e, di conseguenza l’aborto.

La prevenzione per l’Herpes Virus si fa attuando un protocollo vaccinale. Il più usato è quello che prevede tre inoculazioni di vaccino, al quinto, al settimo e al nono mese di gestazione. Esistono diversi vaccini in commercio che danno una protezione molto buona, ma non assoluta. La durata dell’immunità è solo di due mesi per cui le cavalle vengono vaccinate ogni due mesi nel periodo in cui sono più sensibili ed è importante che siano vaccinati tutti i soggetti presenti in allevamento.

Se questo viene fatto correttamente con vaccini conservati in modo adeguato, non scaduti o altro, la protezione che garantisce il protocollo vaccinale arriva all’80%.

La protezione più efficace si ha, però, con una corretta gestione dei cavalli, ossia tenendo separati i soggetti di nuova introduzione nell’ azienda. Cavalli che provengono da altre scuderie o dall’estero devono essere tenuti separati dagli animali residenti per almeno 4 settimane dal giorno del loro arrivo.

Per quel che riguarda invece le patologie placentari si può intervenire facendo un monitoraggio ecografia delle placente, quindi visitando le fattrici anche semplicemente per via rettale con un ecografo e, nel caso ci siano dei dubbi, anche per via transaddominale. In questo modo si possono valutare i segni clinici in grado di indicare la presenza di uno stato infiammatorio della placenta, presenza di edema e ispessimento. Nella situazione appena descritte si può intervenire somministrando un ciclo di terapie che rallentano o curano la patologia permettendo spesso alla fattrice di portare a termine la gravidanza.

 

 

 

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