
Da millenni l’uomo si serve dell’animale cavallo per scopi che nel corso degli anni sono ovviamente molto cambiati. Un tempo il cavallo era prevalentemente un mezzo di trasporto ed un aiuto indispensabile nell’agricoltura, mentre oggi viene impiegato a scopi ricreativi e sportivi, oltre che per l’ippoterapia.
Già nell’antichità tra i metodi usati per controllare e governare il cavallo si usavano le imboccature. I morsi o imboccature (che dir si voglia) venivano inizialmente fatte di legno o corno, poi si iniziò ad usare cuoio e ferro.
L’addestramento porta il cavallo a riconoscere la differente intensità e direzione dell’azione della mano del cavaliere sulle redini e quindi l’imboccatura e ad interpretarla in modo da consentirgli di dare la risposta desiderata.
Oggi esistono migliaia di imboccature fatte di con una varietà di materiali, ma la suddivisione principale viene ancora fatta distinguendo tra “filetti” e “morsi”.
Principale differenza tra queste due categorie è il modo di agire. Per dirla in breve il filetto agisce sulle commessure labiali e, se snodato, sulla lingua, mentre il morso agisce sulle labbra, sulle barre, sul palato e, attraverso l’azione di “leva”, anche sulla nuca.
I filetti, più semplici e più leggeri nella loro azione si adattano maggiormente anche all’uso da parte di cavalieri inesperti e cavalli giovani, mentre i morsi dovrebbero essere impiegati da mani esperti o almeno sotto la supervisione di un istruttore.
Esistono ovviamente anche altri tipi di attrezzature, non riconducibili alla categoria “imboccature”, che consentono al cavaliere di comunicare con il cavallo in modo efficace. E’ inoltre possibile condurre e controllare un cavallo anche senza nessun tipi di aiuto esterno, ma in questa rubrica vogliamo concentrarci sull’uso e sui diversi tipi di imboccature.