Imboccature, cosa sappiamo del hackamore

Imboccature, cosa sappiamo del hackamore

L’hackamore innanzitutto non è un’imboccatura dal momento che il cavallo indossa una testiera, ma le redini sono attaccate ad uno strumento che non si trova in bocca al cavallo.

L’hackamore è fatto da un parte piatta di cuoio solitamente imbottita con del pelo d’agnello sulla parte che poggia sull’osso nasale. Questa striscia di cuoio è attaccata ad entrambe le estremità ad una leva piatta retta dal montante della testiera alla quale normalmente è attaccato l’anello del filetto. Sotto la mandibola, e sempre attaccata a questa leva, c’è un barbozzale che può essere fatto di catena, corda o cuoio. La parte inferiore della leva è attaccata alle redini. In pratica, invece di essere guidato da un’imboccatura, il cavallo viene controllato attraverso la pressione esercitata sull’osso nasale e sulla mandibola attraverso l’azione combinata del pezzo che poggia sul naso e dal barbozzale.

L’assenza di un’imboccatura induce tanti a pensare che sia un’attrezzatura dolce. In realtà la forza che viene esercitata dipende dall’energia usata dal cavaliere sulle redini e dalla lunghezza delle leve che possono essere molto corte, ma anche decisamente lunghe. Può essere usato anche in combinazione con un’imboccatura ed in questo caso viene spesso definito semplicemente “hackamore e filetto”.

Come per le imboccature tradizionali, l’uso dell’hackamore è soggettivo. Questo strumento è tendenzialmente impiegato solo da cavalieri più esperti e possiamo osservare come alcuni professionisti lo usano con molti cavalli, mentre altri lo impiegano davvero raramente.

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Baretto hackamore e filetto

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