Che magnifico spettacolo è stata la finale individuale di dressage, il freestyle, alle Olimpiadi di Londra.
Dopo una battaglia durata tutto il pomeriggio si è laureata campionessa olimpica la giovanissima britannica Charlotte Dujardin che in sella all’altrettanto giovane Valegro, con la percentuale del 90,089%, ha stabilito il nuovo record olimpico. Alle sue spalle, sul secondo gradino del podio è salita l’olandese Adelinde Cornelissen con l’imponente sauro Parzival. Il binomio si è battuto anima e corpo per la vittoria, ma l’88,196% non è stato proprio sufficiente. A completare il podio troviamo un’altra amazzone, la britannica Laura Bechtolsheimer che dopo un inizio di Olimpiade un po’ in sordina, ha ottenuto tutto il possibile oggi dal suo gigantesco, ma elegante, Mistral Hojris aggiudicandosi il bronzo con l’84,339%. Completano una premiazione prevalentemente rosa la tedesca Helen Langehanenberg ed il suo Damon Hill, quarti con l’84,303%.
Carl Hester ed il bellissimo Uthopia chiudono la loro partecipazione olimpica al quinto posto davanti ad uno dei mostri sacri del rettangolo a 5 cerchi: il grande Salinero.
Londra ha segnato oggi la fine di un’era, il ritiro del pluricampione olimpico dell’amazzone olandese Anky Van Grunsven. Salinero ed Anky hanno dato tutto quello che potevano ed escono di scena con un bel 6° posto che sembra simboleggiare il passaggio del testimone alla nuova generazione.
E tra le giovani promesse di questa disciplina da tempo è ormai entrata di diritto l’azzurra Valentina Truppa che a Londra ha festeggiato con l’accesso alla finale individuale il suo esordio olimpico. In sella ad Eremo del Castegno, l’atleta, rappresentante dell’arma dei Carabinieri, forma un binomio 100% italiano che, siamo sicuri, farà ancora molto parlare di sé in futuro. Per l’azzurra il 2012 ha portato, oltre alla partecipazione olimpica, chiusa in 15° posizione, anche un terzo posto nella finale di Coppa del Mondo.
Dopo questo ennesimo successo la Gran Bretagna dell’equitazione si meriterebbe di essere ribattezzata “Golden Britain” in onore delle 3 medaglie d’oro che è riuscita a conquistare.
Foto Fei Kit Houghton