Valentina Truppa ha appena perso il suo compagno della vita. Il baio italiano Eremo del Castegno è stato ceduto dalla famiglia Truppa al brasiliano Dr. Jorge Ferreira Rocha.
In un precedente articolo abbiamo riportato la notizia commentando come questa vendita abbia spezzato il sogno olimpico italiano, ma forse è necessario spiegare le motivazioni emotive di questa nostra dichiarazione.
Per l’Italia Valentina Truppa ed Eremo del Castegno da anni sono un’icona, sono ‘il dressage made in Italy’, e non importa se ci saranno altri cavalli, magari anche migliori, nella carriera della giovane amazzone milanese, per i suoi tanti fan Eremo rimarrà ‘il gladiatore’ che per primo è stato capace di portare l’Italia sul podio di una finale di Coppa del Mondo. Un binomio tutto italiano, anzi nato sotto la bandiera italiana, che ha anche riportato la sua nazione ad una finale olimpica dopo 20 lunghissimi anni di assenza. Tutto questo non si può dimenticare.
La decisione è stata sicuramente sofferta e ad Asti per la famiglia Truppa d’ora in avanti sarà un po’ come apparecchiare un posto in meno a tavola, ma Valentina è giovane e sebbene nessuno potrà mai rimpiazzare il gladiatore nel suo cuore, diversi altri talenti sono in attesa di emergere dalla scuderia del Centro Equestre Monferrato. Coadiuvata dall’esperienza sia strategica che tecnica di papà Enzo, Vale ha già prodotto diversi cavalli portandoli dalle prime gare fino ai massimi livelli. Ranieri e Sauvignon ad esempio scalpitano per poter dimostrare il loro valore e non è detto che il primo non possa portare l’atleta azzurra a Rio.
Anche se il dado non è ancora tratto Valentina, infatti, (lo diciamo sotto voce anche perché precedentemente per scaramanzia non avevamo nemmeno voluto scrivere queste parole) è OGGI qualificata per i Giochi e, siccome la qualifica non riguarda il cavallo, ma solo la nazione, la nostra atleta potrebbe partecipare in sella ad un altro dei suoi cavalli.
La redazione di DotHorse terrà comunque le dita incrociate per l’amazzone, ma per i suoi fan Eremo rimane Eremo e se un’Olimpiade ci sarà la dovremo a questo valoroso quindicenne.