La Fise si esprime riguardo alle denunce di maltrattamenti

La Fise si esprime riguardo alle denunce di maltrattamenti

Nel seguente comunicato inviatoci dalla Federazione Italiana Sport Equestri la presidente Antonella Dallari parla delle denunce riguardanti maltrattamenti di cavalli pervenute recentemente alla Fise.

 

Comunicato Fise del 6 giugno 2013

Sono pervenute alla FISE nuove denunce per ipotesi di maltrattamenti ai cavalli. I fatti si riferirebbero secondo gli esposti ad episodi di tre anni fa. Il Presidente federale ha immediatamente chiesto ai denuncianti elementi di prova, per valutare la fondatezza delle denunce e per evitare una caccia alle streghe ed una strumentalizzazione del momento di rinnovamento che la Fise dal settembre 2012 sta attraversando.

“La Federazione italiana sport equestri – ha ribadito Antonella Dallari – condanna duramente tutti gli atti di brutalità effettuati nei confronti dei cavalli e la Procura federale sta già indagando su alcune denunce inoltrate solo in questi giorni, che riguardano il presunto maltrattamento dei cavalli. Sono certa che la Procura faccia, come sempre, in modo imparziale il suo lavoro, ma non posso fare a meno di osservare come sia davvero strano e, credo, a questo punto solamente strumentale che certa gente, nostri tesserati, denuncino alcuni casi di presunti maltrattamenti, senza offrire elementi di prova, dopo anni da quando gli stessi sarebbero accaduti e abbiano taciuto sino adesso, ponendo in essere un comportamento omertoso e omettendo di presentare gli esposti a tempo debito. Il mio auspicio – ha aggiunto il Presidente federale – è che anche sui ritardi di tali denunce, in un caso e nell’altro, la Procura faccia chiarezza. Spero soltanto che tali esposti, come purtroppo temo, non siano una risposta, inopportuna e di chi non vuole il bene del nostro sport, alle ultime decisioni della Federazione (Commissariamento del Comitato Lombardia ndr)”. 

Il Presidente federale si è poi soffermata sulle cause che hanno reso necessario il commissariamento del C.R. FISE Lombardia.
“E’ mia intenzione ribadire, e lo farò in tutte le sedi istituzionali, che il commissariamento del Comitato lombardo è scaturito da precise e circostanziate segnalazioni, supportate e documentate da video inequivocabili e da diverse denunce arrivate in Federazione nei giorni successivi ai fatti accaduti, non lasciando altra strada possibile, che quella di interrompere immediatamente ciò che è stato avallato in quella occasione e che si sarebbe potuto ripetere anche successivamente visti i comunicati stampa emessi dagli organizzatori. Era assolutamente necessario evitare che ai praticanti del nostro sport potesse passere il messaggio, errato, che la FISE organizza corsi per insegnare a sbarrare i cavalli quale tecnica di allenamento. Voglio inoltre chiarire, rispondendo a chi accusa questa Federazione, sbagliando, di avere preso una decisione politica, che l’intento delle Federazione non è stato certamente quello di punire un Comitato, come qualcuno vuol strumentalmente far credere, ma quello di proteggere i cavalli, atleti inconsapevoli di quanto stava accadendo, e l’immagine dell’equitazione, uno sport praticato da migliaia di giovani che, sostenuti dai genitori o da proprietari appassionati, devono imparare i veri valori dell’attività sportiva e non certamente tecniche vietate dai regolamenti e dalla legge. Al contrario mi stupisce che i Consiglieri del Comitato regionale lombardo, rispetto a tale episodio, non abbiano assunto alcuna posizione, neanche prendendo le distanze”. 

Il presidente è tornata poi sulle ultime denunce, in alcuni casi conosciute perché pubblicate da altri.
“Quello che mi chiedo oggi è: come mai queste segnalazioni di presunti maltrattamenti non sono arrivate tre anni fa, al momento in cui si sarebbero verificati i fatti, e arrivano solo oggi dopo che il Consiglio Federale, ratificando l’opportunità del provvedimento da me assunto, ha confermato il commissariamento del comitato lombardo? In verità – ha sottolineato il presidente federale – la risposta sta nel fatto che il nuovo corso federale sta attuando un vero e deciso cambiamento di rotta del nostro sport per consentirgli la rinascita che merita e l’ultimo CSIO Roma ne è una prova tangibile. L’avere manifestato da parte della FISE – con l’incondizionato appoggio sottoscritto dalla FEI – una tolleranza zero verso certi episodi e certi modi di concepire la formazione degli istruttori, ha evidentemente dissolto degli equilibri che sino ad oggi hanno retto il nostro mondo, un vecchio sistema basato su clientele e favoritismi, che ha arrecato anche gravi danni economici, e di immagine, alla Federazione e che non ha di certo fatto bene allo sport e alla collettività, ma che al contrario ha portato beneficio solo ed esclusivamente agli interessi di qualcuno. Di coloro che per organizzare eventi hanno utilizzato il nome della Federazione per accedere a contributi pubblici, senza poi rendicontarli, di coloro che hanno organizzato eventi sotto il nome della Federazione non rispettando gli impegni economici relativi ai premi previsti dai programmi approvati e portando discredito alla nostra Federazione, di coloro che non riusciranno più a vendere cavalli non idonei, camuffandoli da campioni, di coloro che, succede anche questo, si prestano per presentare oggi questa, domani quell’altra denuncia, a seconda delle necessità e dell’interesse, nascondendosi dietro blog o social network, o di chi, ancora, ha accettato a corsi federali persone, ignare di non avere i requisiti per la partecipazione, convinti forse che nel mondo dell’equitazione non ci siano regole. Tutti questi fatti hanno in un modo o in un altro arrecato un danno d’immagine ed economico alla Federazione e sui quali la giustizia federale e quella ordinaria stanno naturalmente indagando”. 

Il presidente ha poi sottolineato quali sono gli obiettivi per risanare dal punto di vista etico la Federazione.
“Oggi – ha aggiunto Antonella Dallari – sono certa che quello che stiamo mettendo in atto sia il vero risanamento del nostro ambiente sportivo. Non è più possibile utilizzare le scorciatoie per ottenere tornaconti personali, che non hanno portato alcun risultato né in ambito sportivo, né di immagine. Sono certa che la Federazione, e chi per essa ha intrapreso un cammino in questo senso, come la storia ci insegna in questo periodo, non sarà amata da chi ha messo in pratica questo meccanismo nel passato e da chi sta tentando di creare un clima di tensione, ma è un peso che i veri appassionati del cavallo e dell’equitazione potranno certamente sostenere per ritrovare i veri valori dello sport. Da Presidente della FISE e insieme ai soli consiglieri che hanno condiviso questo percorso sin dall’inizio e continuano a crederci – ha concluso Antonella Dallari – sono sicura che questa sia l’unica strada, perché la nostra Federazione riacquisti credibilità verso i giovani e i loro genitori, verso i proprietari e gli allevatori”.

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