La Fattrice ed il puledro

La Fattrice ed il puledro

Preparazione della fattrice al parto

Negli equini la durata della gravidanza è di circa 340 giorni e può arrivare fino ai 360 giorni.
La maggior parte delle fattrici partorisce di notte tra le sette di sera e le sette del mattino con una maggiore incidenza tra le dieci e le undici di sera.

La cavalla si prepara al parto con un progressivo rilassamento dei muscoli della groppa e l’allungamento della rima vulvare. Circa tre settimane prima del parto la sua ghiandola mammaria comincia ad aumentare di volume e tra le 24 – 48 ore prima del parto si possono osservare sull’estremità dei capezzoli delle gocce di colostro solidificato, le cosiddette “cere”.

La concentrazione di calcio nel latte tende sempre di più a salire fino a un livello di 10 mmol/L.

Il primo latte che il puledro andrà a bere è detto colostro, è di colore giallo, più denso rispetto al latte ed è fondamentale perché contiene gli anticorpi per il puledro.

Le cavalle primipare richiedono maggiori attenzioni ed è assolutamente importante non disturbarle durante il parto per evitare un loro eventuale rifiuto nei confronti del puledro. Spesso possono dimostrarsi più nervose, possono impedire al puledro di attaccarsi alla mammella continuando a camminare nel box fino ad arrivare ad attaccarlo e in questi casi il nostro intervento sarà necessario.

Qualsiasi precoce sviluppo della ghiandola mammaria e la perdita del latte se non qualche giorno (1-5gg) prima del parto può definire la presenza di una gravidanza gemellare o di una placentite. Anche la perdita di latte e quindi di colostro nei giorni prima del parto è fonte di preoccupazione per la perdita di anticorpi che può portare ad un mancato trasferimento dell’immunità passiva al puledro.

Una buona pratica in vista del parto è quella di pulire la mammella con acqua e clerexidina .


Il parto

Il parto è costituito da tre stadi ed è importante valutarne la durata per distinguere ciò che è normale da quello che non lo è.


I STADIO
: inizia con le contrazioni uterine e termina con la rottura della membrana allanto-corion e fuoriuscita del liquido allantoideo (“perdita delle acque”). Ha una durata inferiore alle 4 ore. Nel caso in cui, a seguito di alcune patologie, la placenta non dovesse rompersi e vediamo comparire una membrana rossa dalla rima vulvare dobbiamo prontamente tagliarla anche tramite l’utilizzo di forbici.

La fattrice si dimostra nervosa, inizia a camminare nel box, a sudare, a raspare, ad estendere il labbro superiore (riflesso di Flehmen) e può iniziare a perdere il latte dalla mammella. Il dolore che la fattrice prova durante questo stadio è d’intensità variabile e generalmente va a ondate; per questo motivo possiamo vedere la cavalla che in un momento mostra segnali d’imminenza dal parto e in un altro torna tranquillamente a mangiare.

Durante questa fase la parte anteriore del corpo del puledro ruota all’interno dell’utero di 180° impegnandosi nel canale del parto con gli arti anteriori e la testa.


II STADIO
: inizia dalla comparsa nella rima vulvare del sacco amniotico di colore bianco contenente un fluido chiaro e termina con la nascita del puledro.

Dalla rottura delle acque il sacco amniotico deve comparire entro cinque minuti. In alcuni casi il sacco amniotico può presentarsi spesso e contenere un fluido di colore marrone, indice di stress fetale che richiede la consultazione del veterinario poiché ci si può trovare davanti ad un puledro incapace di adattarsi all’ambiente extrauterino.

Durante questo stadio la parte posteriore del corpo del puledro completa la rotazione. La durata complessiva è di 10-20 minuti quindi bisogna preoccuparsi oltre i 20 minuti ed è considerato anormale oltre i 30 minuti.

La maggior parte delle fattrici partorisce sdraiata in decubito laterale spesso appoggiate alla parete del box, altre invece partoriscono in stazione. Alcune possono continuare ad alzarsi e sdraiarsi, compiere rotolamenti che aiutano il puledro a mettersi nella giusta posizione.

È importante valutare la corretta posizione del puledro che si presenta con i due zoccoli anteriori generalmente uno più avanti dell’altro, i fettoni rivolti verso il basso e il muso tra i due arti. Questo si può fare velocemente mentre la fattrice è sdraiata dopo la rottura delle acque evitando qualsiasi eccessivo stress. Se è in posizione corretta non è necessario aiutarne la fuoriuscita, altrimenti si può apporre una trazione leggera appena sopra i nodelli del puledro tirando solo contemporaneamente alle spinte della fattrice e sempre più un nodello rispetto all’altro per facilitare il passaggio delle spalle nel canale pelvico.

Il passaggio del puledro nel canale del parto stimola il rilascio di ossitocina che rende le contrazioni uterine e addominali adeguatamente forti da poter espellere il puledro in poco tempo. Le contrazioni si accentuano durante il passaggio del torace del puledro e smettono dopo il passaggio delle anche.

Dopo il parto si può osservare la fattrice sdraiata ancora con gli arti posteriori del puledro in vagina ed in questo momento assolutamente sia la fattrice sia il puledro non devono essere disturbati.


III STADIO
: è rappresentato dall’espulsione della placenta che di solito avviene entro 2 ore oltre le quali definiamo la ritenzione placentare per la quale è necessario consultare il veterinario. Dopo il parto la fattrice può rimanere sdraiata anche per tre quarti d’ora e mostrare ancora segni di dolore ma una eccessiva permanenza a terra può indicare gravi patologie quali la laminite.

Il cordone ombelicale si rompe naturalmente grazie alla presenza del punto di prerottura a circa 4 centimetri dall’ombelico e questo tendenzialmente avviene quando la madre si alza.
Una volta espulsa la placenta si consiglia di valutarla per vederne l’integrità (soprattutto a livello delle corna) e di conservarla fino all’arrivo del veterinario che si preoccuperà di analizzarla attentamente.


Il puledro

Il passaggio del torace del puledro nel canale del parto stimola la respirazione ed entro 30 secondi dal parto si deve stabilire un respiro regolare.

Entro 3-5 minuti dalla nascita il puledro deve mettersi in decubito sternale ed
entro 5 minuti compare il riflesso di suzione ma ricordo di non mettere le mani in bocca al puledro, se non con l’utilizzo di guanti, perché possono essere veicolo di batteri.
Entro un’ora dal parto il puledro deve essere in piedi ed entro due andare a mangiare.


Apparato urinario

La parte terminale dell’ombelico è potenzialmente pericolosa per l’entrata di batteri e per questo deve essere disinfettata con una soluzione di clorexidina allo 0.5%. In alternativa si può utilizzare una soluzione diluita di iodio al 2% o di iodio povidone 1% subito dopo il parto e nella giornata successiva per 2 o 3 volte.

La prima minzione si ha tra le 6 ore (maschi) e le 10 ore (femmine) dopo la nascita, dopodiché urinano ogni volta che andranno a mangiare.


Apparato gastroenterico

Entro due ore dal parto il puledro deve alimentarsi dalla mammella e se questo non avviene è necessario l’intervento dell’uomo che accompagnerà il puledro sotto la mammella e con una leggera trazione sul capezzolo della madre spruzzerà un po’ di latte sulle labbra dello stesso. Se anche dopo alcuni tentativi il puledro non si attacca è necessario chiamare il veterinario.

Durante la prima settimana di vita il puledro si alzerà per mangiare circa ogni ora o spesso meno, si alimenterà per circa due minuti dalle cinque alle sette volte per ogni pasto. Spesso si potrà vedere il puledro che con il muso colpisce il fianco o la mammella della madre per stimolarne la fuoriuscita di latte .

Se vediamo invece che ha difficoltà nel trovare la mammella o che non si alza regolarmente può essere indice di serie patologie neonatali.


MECONIO
: è di colore scuro, consistenza dura e di derivazione dal fluido amniotico, detriti cellulari e secrezioni del tratto gastrointestinale, si accumula nel retto e normalmente è espulso tra le 2 e le 12 ore dalla nascita. Lo stimolo ad espellere il meconio avviene soprattutto durante la prima poppata. La madre stimolerà il puledro leccando ripetutamente la zona perineale. Questa procedura può essere facilitata utilizzando un clisma per neonati nelle prime ore di vita. La ritenzione del meconio è causa di colica ed i primi segnali che si possono notare sono il continuo scodinzolamento o continui sforzi di defecazione fino al rotolamento e la posizione in decubito dorsale con gli arti anteriori posti all’altezza della testa. Dopo il passaggio del meconio compaiono feci da latte più chiare e morbide.

L’ingestione da parte del puledro delle feci della madre durante la prime otto settimana di vita è assolutamente fisiologico e consente lo stabilirsi di una normale flora batterica intestinale. In un puledro sano ci vogliono tra i 2 e 3 mesi per poter digerire la cellulosa allo stesso modo di un adulto.


Temperatura

La normale temperatura corporea è tra i 37-39°C.

I puledri sono suscettibili all’ipotermia a causa sia dello scarso grasso sottocutaneo rispetto alla loro superficie corporea sia per l’immaturo meccanismo di termogenesi. Per questo è importante che il parto avvenga in luogo riparato e confortevole oltre che di adeguate dimensioni (4,30 m x 4,30 m). Si consiglia inoltre di asciugare il puledro dopo il parto ed l’eventuale utilizzo di lampade riscaldanti.


Apparato muscoloscheletrico

I puledri alla nascita sono capaci di alzarsi e dopo qualche ora seguire la madre. Presentano un apparato musculoscheletrico relativamente maturo. Alla nascita si può osservare un certo grado di lassità tendinea e legamentosa che può portare a deformazioni angolari. Queste dovrebbero risolversi nelle prime settimane di vita, se invece non si rilevano miglioramenti già nei primi giorni di vita o sono presenti delle contratture è necessario l’intervento del veterinario.
Si consiglia di fare il siero antitetanico al puledro entro le prime 24 ore di vita che gli fornirà un’immunità per circa tre mesi.

 

Si ringrazia per il testo il Med. Vet. Claudia Marescotti

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