La notizia è già circolata tra gli addetti. Michele Betti spiega in anteprima ai lettori di Dothorse perché ha deciso di lasciare il proprio incarico in Federazione.
“Una nuova perla si è recentemente aggiunta alla già fin troppo lunga collana di “tradimenti” messi in atto dal nuovo management federale nei confronti degli sport equestri.
Lo scorso 14 maggio, a poco più di 4 mesi dall’appuntamento continentale di Fontainebleau che – tra l’altro – puntava alla qualifica dell’eventing azzurro per le prossime Olimpiadi, ho rassegnato le miei dimissioni dal doppio ruolo di capo dipartimento del completo e selezionatore seniores.
Dopo un bronzo europeo, il sesto posto ai Giochi di Hong Kong e i più recenti successi dei “suoi ragazzi”, Rotatori e Bordone, a Badminton, mi sono dovuto arrendere all’evidenza dei fatti: con questa Federazione non si può lavorare.
E come già in analoghe situazioni, il responso da parte di coloro che si sono assunti il compito di governare gli sport equestri è stato il vuoto pneumatico.
Non una riga, non un comunicato è apparso a riguardo sui canali ufficiali di comunicazione della Fise che ha scelto anche questa volta di negarsi alle proprie responsabilità mettendo in atto l’ennesima puntata del gioco del silenzio.
Quello ufficiale almeno. Sì perché a livello ufficiosamente delatorio invece, di parole ne sono state spese già molte.
Per esempio c’è chi si è premurato di far sapere che Betti lasciava per motivi economici, o per un presupposto ingaggio per la federazione belga. Addirittura c’è chi si è premurato di far sapere ai cavalieri che la Federazione si stava adoperando in tutti i modi per far ritirare le dimissioni d Betti.
Niente di più falso. Già il 18 maggio si era aperto il balletto per la poltrona….
Non male se l’intento era davvero quello di farmi cambiare idea.
E neppure la storia di un approccio della federazione belga ha alcunché di fondato.
Anche in questo caso si è trattato dell’ennesima manciata di fumo negli occhi, volta a celare le reali motivazioni che mi hanno spinto a gettare la spugna.
Mi sono dimesso per tre motivi fondamentali.
In primo luogo, il contratto che attendevo da gennaio ed è arrivato solo il 28 aprile scorso, era decisamente diverso da quanto concordato e promesso verbalmente fin dai primi abboccamenti, avvenuti a dicembre.
Il termine del contratto a me tardivamente proposto era fissato per dicembre 2009 e non ritengo serio aderire a un programma sportivo che abbia sì e no un semestre di programmazione.
Inoltre, fatto ancor più grave, nei quattro mesi durante i quali ho comunque svolto il mio compito, non mi sono stati forniti gli strumenti necessari per poter svolgere il mio lavoro nel modo migliore. Più di una volta mi sono trovato davanti a cavalieri o comitati organizzatori gravemente insoddisfatti senza poter dare loro nessuna risposta accettabile o plausibile ma soprattutto concreta!
Sono certo che tutti i cavalieri che mi conoscono, ai quali sono legato da sentimenti di grande rispetto, capiranno quando sia stato doloroso per me, umanamente e professionalmente, averli lasciati in questo momento, ma mai sarei stato disposto a tradire la loro fiducia continuando a rappresentare un sistema che allo stato attuale dei fatti non riconosce alcun progetto e non è disposto a recepire e lavorare seriamente sulle esigenze del nostro sport”.
Michele Betti