Ulcere, tra stress e alimentazione scorretta

L’ulcera è una delle patologie che più colpiscono i cavalli di tutte le età, dai puledri nei loro primi mesi di vita ai cavalli adulti. Il 55% dei puledri tra i trenta e cinquanta giorni di vita ne soffre e fra gli esemplari adulti ne è affetto il 50%, di cui il 90% è rappresentato da cavalli atleti, soprattutto galoppatori.

Più che di una patologia, si tratta di una sindrome patologica, poichè vari e diversi sono i fattori che la determinano e i sintomi che ne risultano.

Le cause
Per il corretto funzionamento dello stomaco, in un animale sano, esiste un equilibrio tra fattori protettivi e fattori aggressivi che garantisce l’integrità anatomica e funzionale dell’apparato digerente.
Causa scatenante dell’ulcera è la perdita di tale equilibrio. Di norma, elementi protettivi e aggressivi sono prodotti dall’organismo in maniera bilanciata; quando, però, fattori esterni o fisici alterano questa compensazione, le sostanze aggressive prendono il sopravvento, aggredendo le pareti dello stomaco fino, nei casi più gravi, alla perforazione.

Tra i fattori protettivi troviamo il muco, presente sulle pareti, il bicarbonato di sodio e l’azione delle prostaglandine, sostanze che aiutano la produzione di muco e bicarbonato, responsabili dell’azione protettiva delle pareti gastriche.
Tra i fattori aggressivi, invece, ricordiamo l’acido cloridrico, la pepsina, la bile, la gastrina e l’istamina, elementi lesivi per la mucosa e la cui prevalenza scatena la sindrome dell’ulcera gastrica (EGUS da equine gastric ulcer sindrome). Le cause dell’ulcera sono molteplici e la patologia può colpire aree anatomiche differenti all’interno del tubo digerente.

Bisogna immaginarsi lo stomaco come un sacchetto la cui superficie interna è divisa in due settori, un settore detto ghiandolare, quindi secernente e uno privo di ghiandole e costituito da un epitelio squamoso, detto, appunto aghiandolare.
Le ulcere possono localizzarsi in entrambi questi settori, ma anche nel tratto di esofago che sfocia nello stomaco e nel primo tratto d’intestino, il duodeno.

L’ulcera nei puledri, soprattutto sotto i trenta giorni di vita, e negli adulti si localizza maggiormente nella mucosa aghiandolare, è comunque possibile riscontrarla anche nella mucosa ghiandolare anche se con meno frequenza.
Nei puledri le ulcere gastriche sono spesso accompagnate anche da lesioni del duodeno soprattutto nei primi mesi di vita (4-8 mesi). Tra le cause scatenanti dell’ulcera della mucosa ghiandolare, lo stress cronico è un fattore fondamentale, soprattutto nel primo periodo di vita del puledro quando le eccessive attenzioni a cui spesso è sottoposto inducono uno stato di ansia e irrequietezza.

Altre cause sono l’uso prolungato di antinfiammatori senza il supporto di gastroprotettori, così come alcune tossine alimentari presenti nei mangimi che passano nel latte materno determinando un effetto irritante sulla mucosa gastrica del neonato.
A incidere sulla mucosa aghiandolare negli adulti ci sono numerose concause come l’alimentazione scorretta, con pasti poco frequenti e il digiuno prolungato, l’eccesso di zuccheri (mangimi concentrati) e la carenza di fibra (fieno), e, non ultimo d’importanza, l’allenamento troppo intenso che crea uno stato di stress per il cavallo oltre che un’eccessiva contrattura dei muscoli addominali che comprimono lo stomaco rendendolo più attaccabile dagli acidi.

È molto importante curare la somministrazione temporale dei pasti, infatti, bisogna ricordare che in natura il cavallo pascola e bruca almeno sedici ore al giorno e il suo stomaco è strutturato per un lavoro continuo, mentre in box il cavallo mangia a orari fissi, due, al massimo tre volte al giorno, lasciando spesso lo stomaco vuoto che produce in eccesso acidi ed agenti aggressivi.


I sintomi

La sintomatologia dell’ulcera non è facile da riconoscere; si tratta di sintomi non specifici, difficili da individuare, tanto che l’accertamento vero e proprio si ha solo con la gastroscopia con cui si stabilisce la gravità della lesione e la sua localizzazione.

I sintomi classici nell’adulto sono molteplici e complessi e comprendono un approccio all’alimento alterato che spesso sfocia in anoressia e fatica nella masticazione, nervosismo per il fastidio del dolore sordo e continuo, tanto che porta a reazioni anomale durante l’allacciamento del sottosella oppure si nota che il soggetto raspa spesso nel box, il pelo diventa ruvido ed opaco e il cavallo mostra poca attitudine al lavoro; nei casi cronici si ha una forte perdita di peso corporeo.

Nei puledri si aggiungono episodi di dissenteria, bruxismo, ossia il digrignare di continuo i denti e un’intensa salivazione; la sintomatologia nel puledro è infatti più eclatante e facilita la diagnosi precoce rispetto ai cavalli adulti.

In entrambi, giovani ed adulti, possono comparire coliche ricorrenti.

L’indagine diagnostica per eccellenza è la gastroscopia, che permette di identificare le lesioni, di definire un indice di gravità e formulare una prognosi di recupero.
La gastroscopia si esegue dopo un digiuno di 8 – 16 ore a seconda del tratto digestivo da indagare ed è fatta sul cavallo sedato. Con la gastroscopia si eseguono esami del sangue con particolare attenzione alla presenza di anemia, alla diminuzione delle proteine ed all’aumento del pepsinogeno; inoltre si può effettuare una ricerca del sangue occulto nelle feci.

Terapie
Scopo principale della terapia dell’ulcera è ristabilire l’equilibrio riducendo l’acidità gastrica con l’ausilio di più farmaci. La terapia spesso si prolunga nel tempo (3 – 4 settimane) e deve essere associata al riposo riducendo gli stimoli stressogeni.

I farmaci utilizzati sono raggruppati in alcune categorie, quali: gli antisecretori (H2 antagonisti) che bloccano la produzione di acido cloridrico, come la ranitidina e che richiedono più somministrazioni al giorno; gli inibitori della pompa protonica, come l’omeprazolo, farmaco costoso, ma che permette la somministrazione una volta al giorno; le prostaglandine che aiutano la produzione di muco e bicarbonato.

In caso di ulcera ghiandolare, si associano gastroprotettori come il sucralfato e l’idrossido di magnesio o alluminio. I farmaci devono essere però accompagnati da una corretta alimentazione, un aumento della frequenza dei pasti (suddividere la razione in quattro somministrazioni al giorno), riduzione dei concentrati a favore della fibra e riposo assoluto durante la terapia.

Per evitare al cavallo inutili fastidi e sofferenze, è meglio cercare di prevenire l’ulcera, mettendo in atto una serie di piccoli accorgimenti.
Non sottoporre il cavallo ad allenamenti eccessivi, aumentare la frequenza dei pasti razionando in più somministrazioni la stessa quantità di cibo quotidiano o preferire il paddock al box, e, in caso di terapie prolungate con antinfiammatori, associare sempre gastroprotettori: semplici regole che possono regalare benessere al nostro cavallo.

Articolo a cura di Arianna Lovati, medico veterinario e ricercatore di Scienze Cliniche presso l’Università di Milano. Arianna Lovati è a disposizione per rispondere alle vostre domande all’indirizzo e-mail espertorisponde@dotsport.it

Per l’immagine si ringrazia www.flickr.com

 

Autore

Articoli Correlati