Horses Le Lame: il Gran Premio va a Gianluca Apolloni e Baby Arko

Horses Le Lame: il Gran Premio va a Gianluca Apolloni e Baby Arko

Diciotto binomi si sono dati appuntamento a Montefalco per il Gran Premio del nazionale A 4* di salto ostacoli, penultimo concorso del calendario 2017 targato “Horses Le Lame Sporting Club”. Il tracciato ideato da Paolo Rossato su 1 metro e 45 ha registrato un unico doppio percorso netto. Protagonista, Gianluca Apolloni in sella a Baby Arko. Alle sue spalle, con 1 penalità di fuori tempo in entrambe le manches, Dario di Giamberardino. Ai suoi ordini, Taboulè du Meugon.
Terza piazza per Paolo Pomponi in sella a Caroso (0/4).

“Avrebbe dovuto vincere Dario”. Esordisce così, Gianluca Apolloni, nel commento riservato alla sua vittoria. Un incipit inaspettato e troppo curioso per non chiedere ulteriori spiegazioni.
“Dario di Giamberardino ha fatto davvero un grande lavoro con Taboulè – ha aggiunto il vincitore del GP – e io non posso che rivolgergli i miei ufficiali complimenti. E’ il cavaliere giusto per quel cavallo. Lo interpreta al meglio”.
Due stalloni – un hannover del 2006 e un selle francais del 2007 – si sono aggiudicati rispettivamente il primo e secondo posto della classifica. Capitol I contro Baloubet du Rouet, in una sfida decisa, più che sul netto agli ostacoli, sul cronometro.

Di Baby Arko sappiamo che la sua vita con Gianluca Apolloni è cominciata 8 anni fa. “Il nome lo ha scelto mia moglie” ha spiegato il cavaliere. “Baby Arko quando era puledro sembrava la riproduzione di Arko III in miniatura. Un nome migliore non poteva spettargli”.
Lo stallone è entrato nelle scuderie del cavaliere romano all’età di 3 anni. “Fino all’età di sei anni -racconta Gianluca Apolloni – il cavallo sembrava idoneo per gare non più alte di 1 metro e 35. A 7 anni mi ha fatto cambiare idea ma con alti e bassi in campo gara. Il vero giro di boa lo ha fatto all’ottavo anno di età dimostrando di essere competitivo, qualitativo, veloce e, soprattutto, padronale”.
Nonostante il cavallo fosse in vendita, nel corso degli anni, nessun acquirente ha trovato il giusto feeling durante la prova. Quindi, anno dopo anno, prova dopo prova (andata in fumo), Baby Arko è rimasto sotto la sella di Gianluca Apolloni crescendo tra le sue mani nel rispetto di un patto di reciproca conoscenza.
“Per interpretarlo al meglio ho chiesto consigli a Davide Nicita, ho partecipato agli stage di Giorgio Nuti e lavorato in piano con Michela Calabretta. Sono convinto che, a qualsiasi livello, l’occhio da terra faccia la differenza. E sono convinto, me lo ha insegnato Baby Arko, che ogni cavallo abbia le sue tempistiche. E noi abbiamo il dovere di rispettarle”.
(ph. © Marco Proli)

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