Scommetti che quello che sai delle coperte e delle tosature è falso?

Scommetti che quello che sai delle coperte e delle tosature è falso?

Dopo ore, mesi, decenni, passati in scuderia è cresciuta in me una convinzione per la quale già da tempo fa ho trovato un fondamento scientifico capace di dimostrare che le mie, come le osservazioni di tanta ‘gente di cavalli’ non sono errate.

Il pelo dei cavalli non cresce per il freddo, ma quando le giornate si accorciano. In sostanza è il sole a regolare questo meccanismo naturale, è dalle ore di luce che l’organismo di ogni cavallo registra il cambio delle stagioni. Anche aspetti legati alla temperatura ambientale esercitano una discreta influenza, ma le ore di luce sembrano davvero essere il fattore dominante.

Da che mi è dato di avere memoria già dai primi di settembre il mondo equestre inteso come ‘quelli che vanno a cavallo’ tende ad impazzire nel tentativo vano di coprire i cavalli con coperte leggere per la notte nella speranza di ritardare il momento in cui l’amato saltatore o dressagista si viene a trasformare nell’irsutissimo orso yoghi. L’orso yoghi di per sé è simpaticissimo, lo sono meno le ore passate a passeggiare cavalli sudati, le lunghe sedute sotto la lampada e la fatica di rendere presentabile un peluche di 600 kg.

L’autunno rappresenta un momento infernale per chi deve dedicarsi alla faticosissima attività di tosare il proprio compagno di gara o di passeggiata. Il pelo sembra crescere senza sosta e molti soggetti due settimane dopo la ‘seduta dal barbiere specializzato’ sono di nuovo ricoperti da una pelliccia folta e lunga.

I cavalli che non amano sottoporsi a questo trattamento quando non rappresentano un pericolo per il tosatore ne diventano per lo meno l’incubo più ricorrente.

Così groom e proprietari di cavalli tendono ad aspettare che il caldo della giornata svanisca per poter coprire con coperte di cotone di diversa pesantezza i loro animali, convinti che siano gli sbalzi di temperatura ed i primi freddi a far crescere l’odioso cappotto invernale.

E invece no, è assolutamente inutile torturarsi tornando in scuderia spesso oltre le 21:00 di sera per coprire il nostro quadrupede, il quale, nella maggior parte dei casi, per mezzanotte sarà già sudato sotto la sua copertina ‘anti pelo’ e noi nel rigirarci nel letto saremo lì a pensare “Poverino, sarà sudato? L’avrò coperto troppo?”

Una decina di anni fa (meglio tardi che mai), dopo aver tosato qualche migliaia di cavalli, mi sono accorta che la tosatura che dura è quella che si fa dalla metà di dicembre in poi. Inizialmente pensavo fosse perchè da quella data in avanti era difficile avere delle escursioni termiche significative, non succede più di avere giornate con 23 gradi.

E invece no. Il motivo va ricercato nelle ore di luce giornaliere. Il meccanismo viene chiamato fotoperiodismo, fenomeno che nel cavallo controlla anche l’attività riproduttiva. Le informazioni riguardo alle ore di luce vengono registrate dagli occhi che inviano un segnale a recettori presenti sulla pelle degli animali.

A riprova di quanto sostenuto, sia per far continuare a ciclare le fattrice nei mesi invernali, sia per ritardare la crescita del pelo, in diversi paesi i gestori di scuderia programmano i timer per dell’illuminazione dei box in modo da garantire agli animali 16 ore di luce quotidiana.

Questa pratica ha dato risultati talmente convincenti soprattutto per quello che riguarda l’aspetto riproduttivo che una ditta irlandese di Kildare ha inventato e brevettato una maschera grazie alla quale non è più necessario tenere illuminata tutta la scuderia. Una volta indosso al cavallo la maschera, attraverso il dispositivo integrato in una sorta di paraocchio, sottopone uno degli occhi dell’animale ad una sorta di calibrata fototerapia. Il meccanismo è regolato da un sensore e da un timer che permettono alla maschera di entrare in funzione nel momento giusto e di cessare la funzione dopo il corretto numero di ore. Questo è sufficiente per trarre in errore l’organismo del cavallo che confonderà le stagioni.

La ditta produttrice della maschera ai chiama EQUILUME.

Svelato questo meccanismo non dovrete più sentirvi in colpa se il pelo del vostro cavallo è ricresciuto troppo velocemente: non gli avete fatto patire il freddo, ne lo avete tosato male. Il suo organismo ha semplicemente risposto in modo corretto agli stimoli ambientali per i quali è progettato.

 

 

foto www.equilume.com

 

 

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