Olimpiadi Londra: Arabia Saudita in testa dopo il primo giro di Coppa

Olimpiadi Londra: Arabia Saudita in testa dopo il primo giro di Coppa

Chi avrebbe mai pensato che l’Arabia Saudita avrebbe concluso al primo posto il primo percorso della gara a squadre alle Olimpiadi di Londra nel salto ad ostacoli ? Ebbene il quartetto formato da HRH Prince Abdullah Al Saud e Davos (0 penalità), Kamal Bahamdan con Noblesse des Tess (1 penalità), Ramzy Al Duhamy in sella a Bayard Van de Villa Theresia (0 penalità) e da Abdullah Waleed Al Sharbatly con Sultan (6 penalità) ha chiuso oggi con 1 penalità, risultato che permette alla squadra di conquistare la leadership a questo punto della gara.

Se la performance di questi cavalieri sorprende, stupisce ancora di più la debacle di squadre come  Germania,  Francia e Belgio. Svaniscono definitivamente, infatti, le possibilità per la squadra tedesca di emulare il successo dei colleghi completisti, perchè dopo la prova di oggi il team teutonico rimane escluso dal secondo giro di domani. Con 12 penalità complessive la squadra chiude al decimo posto, una vera disfatta per una nazione abituata a guardare tutti dall’alto in basso.

Marcus Ehning e Plot Blue hanno commesso errore al muro, ostacolo che ha creato davvero pochissimi problemi, mentre Janne Friederike Meyer e Cellagon Lambrasco hanno toccato l’ostacolo numero 2. Anche Meredith Michaels Beerbaum non è riuscita a tenere viva la concentrazione della giovane Bella Donna ed ha lasciato il campo con 8 penalità nella speranza che Ahlmann potesse risollevare le sorti del team. Il neo-papà ed il suo Codex One sembravano aver superato lo spavento del giorno precedente, ma alla fine anche per loro è caduta una barriera. Il capo equipe Otto Becker, avvilito per la deludente prestazione dei suoi atleti, ha commentato così la giornata: “La cosa peggiore è sempre quando saltano tutti bene e fanno comunque un errore a testa.”

Alle spalle dell’Arabia Saudita troviamo, con 4 penalità, Svezia, Svizzera, Gran Bretagna ed Olanda. Al quinto posto c’è il Canada seguito pari merito da Brasile e Stati Uniti.

 

foto: Kit Houghton

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