Gli sportivi veri, i campioni, quelli che sono vincitori nell’animo e non per le coppe tenute in bella vista sugli scaffali, sono in grado di rendere contagiosa la loro passione. Quando ci permettono di vedere una prestazione sportiva attraverso i loro occhi e allo stesso tempo traducono in parole la loro sensibilità per i dettagli è come se ci insegnassero ad ascoltare la musica con le orecchie di un direttore d’orchestra che conosce uno ad uno i suoi musicisti e tutto d’un tratto anche lo spartito apparentemente più monotono diventa emozione allo stato puro.
E’ questo che riesce a fare Laura Conz quando ci racconta del dressage paralimpico, delle difficoltà delle riprese e degli sforzi dei suoi atleti straordinari.
‘L’equitazione paralimpica non è diversa dalle altre discipline degli sport equestri – ci spiega Laura Conz. Quando guardiamo una gara e tifiamo con il cuore in gola per i nostro beniamini seguiamo la loro prestazione cercando di immedesimarci in loro, immaginando quelle che possono essere le difficoltà di ogni movimento. Se si tratta di un cavallo giovane o di un giovane cavaliere osserviamo la loro prova tenendo in debita considerazione il loro grado di maturità fisica e psichica e la loro esperienza e valutiamo la gara in un modo diverso rispetto a quello che faremmo se davanti a noi avessimo binomi di età ed esperienza diverse. La stessa cosa succede per la paralimpica. L’emozione più grande la si vive quando si acquisisce la consapevolezza del grado di concentrazione necessaria a questi cavalieri per svolgere i compiti richiesti dalle diverse riprese e delle immense difficoltà che superano in ogni istante della loro gara. Quando si impara a valutare sotto questo punto di vista una prestazione in rettangolo, anche una gara interamente condotta al passo può diventare entusiasmante.’
Sappiamo che quest’anno ha portato grandi cambiamenti nel settore e che sono state introdotte anche nuove riprese. Che cosa è cambiato esattamente?
‘Innanzitutto sono cambiati i nomi dei gradi che ora vanno da 1 a 5.
Il grado 1 è riservato ai cavalieri con minore abilità residua e che svolgono le loro gara solo ed esclusivamente al passo. Nel grado 2 le riprese ora prevedono movimenti al passo e al trotto e sono state introdotte cessioni alla gamba al passo. I grado 3 prevede ora movimenti al passo e al trotto con qualche richiesta di una certa difficoltà tecnico/motoria, mentre nel grado 4 troviamo anche il galoppo e sono previsti movimenti laterali come la spalle in dentro. Il grado 5, infine, equivale ad una F abbastanza complicata con movimenti laterali al trotto e anche cambi di piede semplici. Nel freestyle del grado 5 si arriva praticamente a livello St Georges con mezze piroette al galoppo e cambi a 4 e 3 tempi.’
Sappiamo cosa può significare rendere più tecniche le riprese nel dressage classico, ma per la paralimpica che risvolti ha?
‘Il livello tecnico delle nuove riprese, esige una velocità d’azione e di risposta molto più veloce da parte dei cavalieri che trovano nelle loro ridotte abilità fisiche il vero ostacolo alla prontezza di riflessi richiesta. Soprattutto nei gradi più bassi è difficile garantire tempi di reazione veloci e anche mantenere la concentrazione più a lungo è molto faticoso, ma allo stesso tempo è anche una priorità vista la presenza di tante transizioni e richieste in un breve lasso di tempo e spazio.’
Ma parlaci dei freestyle, che peculiarità hanno?
‘Ho disegnato personalmente tutti i freestyle dei ragazzi che hanno partecipato alle Para-Olimpiadi di Rio e anche quello con il quale Sara Morganti ha vinto il Mondiale. Realizzare la gara con musica di un campionato PARA è una vera sfida, perché bisogna riuscire a emozionare giudici e pubblico con una prova che, nel caso del grado 1, si svolge interamente al passo. Non è facile rendere accattivanti, far entrare nel cuore, 4 minuti e mezzo di passo. Per Sara avevo, infatti, scelto musiche molto conosciute, giocando sulla familiarità dei brani per destare in un attimo l’attenzione degli spettatori. Con ‘My Fair Lady’ e con la musica di ‘Insieme appassionatamente’ avevamo raggiunto l’obiettivo sperato. Il freestyle che avevamo ideato per Rio, invece, seppur mi piacesse molto, rimarrà nel cassetto. Così abbiamo convenuto insieme a Sara e a Alessandro Benedetti (tecnico che segue Sara quotidianamente a casa) poco tempo fa a Deauville. E’ un modo per costringerci a voltare pagina e a dimenticare un’esperienza che ci ha lasciato una grossa delusione. Adesso siamo pronti a guardare avanti e a scrivere un nuovo capitolo.’
A proposito di Deauville, come sono andate le gare?
‘In modo egregio direi. Sara Morganti ha portato a casa 3 vittorie, tra cui il team individual e il freestyle. Le sue prestazioni malgrado la maggiore difficoltà delle riprese sono rimaste allo stesso livello dello scorso anno, il che dimostra che il lavoro condotto da Alessandro Benedetti durante l’inverno ci ha ripagato degli sforzi ed ha permesso alla nostra atleta di colmare subito il gap che avrebbe potuto crearsi con la maggiore difficoltà delle nuove riprese. Tutti noi, ma soprattutto Alessandro, siamo stati concentrati fin dall’inizio dell’anno sulle nuove richieste dei grafici e Royal Delight ha risposto benissimo. La cavalla come ogni anno ha riposato per 4 mesi questo autunno. È molto femmina e con lei il lavoro deve essere programmato all’insegna della progressione e senza fretta.’
Che ricordo ti porti dietro del tuo incarico nel dipartimento paralimpico ormai concluso?
‘È stata un’esperienza incredibile anche e soprattutto a livello umano e personale. Questi atleti dovrebbero essere un esempio per tutti. Nutro un’incredibile ammirazione per la grinta e la tenacia che dimostrano non solo quando entrano in campo per la loro gara. Sono dei veri guerrieri. Non dimenticherò mai le tante gare, lo spirito e la competitività del mio gruppo di ragazzi.’