Una vittoria bellissima quella della Francia nella disciplina del salto ostacoli a queste Olimpiadi di Rio de Janeiro dove l’equipe di Philippe Guerdat ha emulato i colleghi del completo arrampicandosi con grinta sul gradino più alto del podio.
Bellissima perché sofferta, bellissima perché per nulla scontata, bellissima perché frutto della tenacia, della capacità di non piegarsi alle avversità.
Sembrava partita proprio sotto una cattiva stella questa partecipazione ai Giochi per i nostri vicini transalpini che avevano dovuto all’ultimo rinunciare a Simon Delestre per l’indisponibilità fisica di Ryan Des Hayettes poi degnamente sostituito da Rahotep De Toscane e Philippe Rozier. La vigilia della manifestazione portava segnali ancora più evidenti che la congiunzione astrale non avrebbe lasciato tregua. Flora de Mariposa, infatti, veniva colpita da una colica che per 24 ore ha messo un punto di domanda ad una sua possibile partecipazione, ma è stata poi la prima prova a confermare che la s***a ci vede benissimo quando un binomio in forma come Penelope Leprevost e Flora di Mariposa, superato il malessere del giorno prima, sono incappate in una eliminazione per caduta in seguito ad un inciampone della fenomenale saura dopo un oxer. Ma nulla in realtà è stato perso ed il team composto da Roger Yves Bost (Sydney Une Prince), Kevin Staut (Reveur de Hurtebuise), Philippe Rozier (Rahotep de Toscane) e Penelope Leprevost (Flora de Mariposa) ha lottato conquistando un titolo davvero meritato.
Altrettanto belle e sofferte sono le storie e le performance che hanno portato gli Stati Uniti e la Germania a completare il podio.
La squadra a stelle e strisce ha dovuto rimboccarsi le maniche e scrollarsi di dosso la paura di dover gareggiare senza un capitano eccellente come Beezie Madden che ha dovuto ritirare il suo Cortes C per un infortunio ad un tendine proprio prima della giornata decisiva. Ad esprimere l’orgoglio per la titanica impresa che ha permesso di conquistare l’argento è stato McLain Ward (HH Azur)che ha sottolineato come nella giornata di ieri abbia davvero vinto sopra tutto lo spirito di squadra e questo per ogni nazioni. Ha lodato l’impresa dei francesi così uniti contro le avversità, ma anche quella dei suoi compagni di squadra Kent Farrington (Voyeur) e Lucy Davis (Barron).
E che dire dell’eccezionale performance che ha portato la Germania a tornare su un podio olimpico dopo 12 anni? La medaglia di bronzo è stata forse quella più sofferta. E’ stato un barrage tra Canada e Germania a decidere chi avrebbe indossato il metallo meno prezioso che ieri sera ad un certo punto assumeva come d’incanto il valore di oro o addirittura di luccicanti diamanti. Solo la freddezza di Christian Ahlmann (Taloubet Z), Daniel Deusser (First Class), Meredith Michaels Beerbaum (Fibonacci), ma soprattutto del Kaiser Ludger Beerbaum potevano garantire la possibilità di riportare in patria una medaglia. Meredith Michaels Beerbaum ed il grigio stellare Fibonacci, inseriti all’ultimo momento in squadra al posto di Marcus Ehning, hanno ripagato la fiducia dei tecnici dando il loro importante contributo al risultato come i colleghi, ma che emozione vedere entrare in campo Ludger Beerbaum e Casello con il peso della responsabilità di mantenere la sua nazione in corsa per una medaglia. Ludger non poteva permettersi nemmeno una penalità sul tempo il bronzo da potenziale diamante si sarebbe tramutato in legno. Come un alieno programmato per portare a termine la missione il Kaiser ha fatto quanto richiesto rimettendo tutto in gioco e condannando il Canada ad un barrage conclusosi poi a favore del team teutonico.
Questi Giochi Olimpici hanno portato evidenze schiaccianti di quanto sia efficace nel creare suspense la formula di gara che prevede squadre di 4 binomi con la possibilità di scartarne uno, proprio il format che la FEI vorrebbe cambiare per i prossimi Giochi Olimpici in programma a Tokyo dove dovrebbero essere schierati solo 3 binomi per nazione. Tra infortuni, eliminazioni, squalifiche e sorprese dell’ultimo minuto squadre come gli Stai Uniti o anche il Brasile avrebbero visto svanire ogni possibilità di gloria (per non parlare di quello che sarebbe successo nella disciplina del completo). La squadra brasiliana ha fatto una grande Olimpiade e fino all’ultimo ha potuto sperare in un epilogo diverso dal quinto posto ricoperto alla fine della gara alimentando così un atmosfera davvero magica davanti al pubblico di casa che ha gremito le tribune.
foto FEI