
Una delle prime cose che insegnano quando si mette piede nel mondo dell’equitazione è come sellare il cavallo. Una rituale sacro (e ogni tanto anche noioso) che si finisce per eseguire meccanicamente prima di una lezione, di una passeggiata o di una semplice cavalcata. La sella, inglese o americana che sia, aiuta a mantenere la posizione, a esercitare delle pressioni tramite le staffe, a svolgere degli esercizi e a raggiungere prestazioni agonistiche.
Esiste però un altro tipo di monta che aiuta i cavalieri a rapportarsi in modo più naturale con il proprio cavallo e a concepirlo più come un animale da compagnia che come un animale da lavoro. La monta a pelo, soprattutto da giovani, aiuta amazzoni e cavalieri ad avvicinarsi emotivamente e fisicamente agli equini.
Per questo, almeno una volta al mese bisognerebbe lasciare sella, sottopancia e imboccatura in selleria e affrontare una monta a pelo del tutto naturale, con il solo aiuto di una capezzina e redini. Le cose che si possono fare sono pari a quelle che si possono mettere in pratica in sella, ma, soprattutto all’inizio, bisogna essere cauti. La sintonia e la forza che si credono di avere montando con i finimenti al completo, può non essere ritrovata una volta che a cavallo si è senza alcun aiuto.
Tecnica, sicurezza e forza nelle gambe sono certamente due requisiti base nella monta a pelo. Con o senza sella, i segnali vanno dati correttamente: non si può lasciare il cavallo senza una guida e senza impulso. La stessa cosa vale per l’imboccatura e gli aiuti della mano, anche perché cavalcare a pelo è più pericoloso che montare con la sella, con i piedi ben saldi nelle staffe e con un morso che ti permette di fare pressioni sulla bocca del cavallo. Per questo motivo, l’equilibrio diventa il principale alleato ed appiglio nel caso si verifichi qualche movimento brusco o un cambio improvviso di andamento.
La finalità pratica della monta a pelo è la ricerca dell’armonia con il proprio cavallo, un modo diverso per passare un pomeriggio in maneggio ma,soprattutto, un modo diverso per imparare l’equitazione. Sentire il cavallo, i suoi movimenti e i suoi muscoli è tutto ciò per cui la vale la pena cavalcare senza sella. Se all’inizio è solo una passeggiata nel campo, provare il trotto ed il galoppo sono ottimi modi per migliorare non solo la postura (le gambe dovranno essere molto strette, così come la posizione estremamente ferma), ma anche la comunicazione – nella transizioni e nei comandi – e l’intesa con il cavallo. Una volta presa sicurezza, non sarà difficile provare a saltare anche qualche crocetta: i benefici per le vostre gambe e per la vostra posizione saranno più evidenti quando tornerete in sella.
Provare per credere: farà bene sia a voi, che al vostro cavallo.
articolo a firma di Giulia Masoero Regis