
Il virus West Nile nella maggior parte dei casi induce una sindrome del tutto simile all’influenza nell’uomo così come nel cavallo.
In alcuni soggetti, tuttavia, si può sviluppare una grave compromissione neurologica, potenzialmente letale. Nell’uomo, i soggetti anziani sono quelli più a rischio. Questa caratteristica di gravità può essere legata tanto ai virus della linea 1 quanto ai virus della linea 2: entrambi infatti hanno una spiccata capacità di invadere il sistema nervoso centrale, determinando encefalite.
Nel cavallo, la sintomatologia di allarme è particolarmente variabile. Come nell’uomo, la sintomatologia varia da una lieve sindrome parainfluenzale fino a gravi encefaliti, che risultano mortali in circa un terzo dei casi.
Ma ecco, in sintesi, i segnali d’allarme che in base all’ordinanza del 4 agosto 2011 possono creare sospetto di infezione nel cavallo: se “in periodo di attività dei vettori (ovvero in presenza di numerose zanzare, quindi soprattutto nella stagione estiva), l’animale presenta atassia locomotoria o morte improvvisa, in particolare se si trova in una zona a rischio”.
L’infezione va sospettata anche quando, sempre in presenza di attività dei vettori, sia presente almeno uno di questi sintomi:
- Movimenti in circolo
- Incapacità a mantenere la stazione quadrupedale
- Paralisi o paresi agli arti
- Fascicolazioni dei muscoli (tremori)
- Deficit propriocettivi (di sensibilità)
Questi sintomi possono essere accompagnati da:
- Debolezza degli arti posteriori
- Cecità
- Ptosi (ovvero rilasciamento/abbassamento) del labbro inferiore oppure paresi dei muscoli labiali o facciali
- Digrignamento dei denti
Ovviamente anche la ricerca degli anticorpi specifici per il virus che dia esito positivo, anche se in assenza di chiari sintomi clinici, deve far sospettare l’encefalomielite da virus West Nile.
La conferma del sospetto, in ogni modo, avviene solo dopo esami del sangue effettuati in centri di riferimento del CESME (Centro Studi Malattie Esotiche).
Fonte: Merial Italia – www.merial.it