
Di sicuro non sono molti i cavalieri che riescono a passare con nonchalance dal tracciato di un percorso di un Gran Premio di salto ostacoli al grafico di quello di una ripresa di dressage.
Per Emiliano Colombo, 39 anni, questo non sembra costituire un problema. Dopo anni di ottimi risultati in salto ostacoli e come preparatore di giovani cavalli da quattro si è avvicinato alla disciplina del dressage in cui gareggia a livello Gran Premio seguito dall’olimpionica Laura Conz.
Esercita la sua attività come istruttore federale di III livello presso la Scuderia “Il Campo” a Bosisio Parini, in provincia di Lecco.
–Come è iniziata questa avventura nel dressage?
“Davvero per caso, all’inizio è stata un po’ una scommessa. Paolo Margi, era venuto nel centro dove montavo per seguire una persona e vedendomi in sella mi ha lanciato questa proposta. E io ho ho deciso di accettare la sfida”
– Ricordi il tuo debutto?
“Certo, è stato subito in D, in sella a Desdemona, a Villasanta, Monza. Dopo di lei è arrivato Complimento, lo stallone tedesco con il quale in pochi mesi sono passato dal S.George al Grand Prix.”
– Che difficoltà hai incontrato in un GP di salto e in uno di dressage?
“Il GP di salto è caratterizzato principalmente dalla difficoltà tecnica del tracciato e dall’altezza degli ostacoli mentre quello di dressage dalla complessità delle figure teniche. Ma in entrambi i casi il ritmo è incalzante. Mancano tempi morti. Il GP di salto è meno faticoso perchè richiede uno sforzo di circa un minuto e mezzo, mentre il GP di dressage richiede una concentrazione di 5/6 minuti e questo comporta un grande stress fisico e psicologico. Nel salto poi puoi anche sbagliare un avvicinamento, ma se la barriera non cade hai comunque fatto un percorso netto, nel dressage se sbagli una sola figura il tuo punteggio cala immediatamente e hai la tensione dovuta al fatto che vieni giudicato”
– Quanto ha influito il dressage sul tuo modo precedente di montare?
“Ho cambiato proprio mentalità, sono diventato più attento ai particolari, più preciso. Sono migliorati anche tutti i cavalli da salto che monto per i miei allievi. Sono più agili, più corretti. Un buon lavoro in piano migliora la ‘cavalcabilità’ anche di cavalli mediocri”
– Quali sono i tuoi punti di forza?
“Sono metodico, molto tenace, lavoro tanto tutti i giorni. Sono un po’ come una goccia che scava la pietra….”
– Come si svolge una tua giornata tipo?
“Lavoro dalle 8 del mattino alle 9 di sera. Dalle 8 alle 14 monto dai sette agli otto cavalli, poi alle 16 inizio con le lezioni degli allievi sino alla sera tardi. Tempo libero zero, sono in scuderia anche il lunedì perchè essendo in gara durante il fine settimana quando torno devo sistemare tutto a casa”
– Hai qualche forma di allenamento mentale?
“Assolutamente si. L’equitazione è uno sport duro e molto spesso mal ripagato, se non riuscissi sempre a guardare in positivo non potrei farcela. Le delusioni sono tante. Cerco di crearmi interiormente una situazione di forza e positività, come uno spazio ovattato, protetto dagli agenti esterni. Ricerco la perfezione attraverso un continuo addestramento interiore. Ogni volta che non riesco ad eseguire qualcosa la uso come stimolo per migliorare. Mentre ora sono un cavaliere molto freddo agli esordi ero estremamente emotivo. Mi sono costruito col tempo e con un grande sforzo di volontà”
– Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?
“I campionati italiani e poi magari un internazionale in Francia. Sarà comunque il mio tecnico a decidere. Stimo molto Laura Conz e mi auguro che anche lei si trovi bene a lavorare con me”.
autore: Monica Domeniconi