
E’ morto all’età di 29 anni uno degli stalloni più importanti dello studbook KWPN: Animo.
Animo (Almé x Amor) è nato nel 1982 a Lanaken, in Belgio, allevato da Peter Simons. In quegli anni Almé si trovava a Zangersheide e per questo motivo ha influenzato largamente l’allevamento sia olandese sia belga. I suoi ultimi anni e giorni, Animo li ha vissuti in Inghilterra presso la scuderia del cavaliere Morten Aasen e di sua moglie.
Dopo la morte di Jalisco nel 1994 e di Galoubet nel 2005, Animo rimase il più importante stallone vivente discendente da questo grande riproduttore Selle Francaise.E’ stato un grande saltatore negli anni ’90, partecipando nel 1992 alla finale delle Olimpiadi di Barcellona sotto la sella del norvegese Morten Aasen.
Durante la sua carriera sportiva ha prodotto numerosissimi puledri che sono risultati poi saltatori di grande talento con la sua stessa energia e determinazione. Sono 48 i piazzamenti ottenuti da Animo in tappe di Coppa del Mondo e Gran Premi internazionali. Come riproduttore vanta figli stalloni approvati in ogni angolo del mondo oltre a 5 stalloni approvati dal KWPN: Monaco, Andiamo, Placido-K, Revenge-W e Regino.I suoi figli sono conosciuti per non essere particolarmente “facili”, ma quasi tutti sono ottimi saltatori.
Da parte di madre Animo è nipote del famoso stallone Amor, un Holsteiner con un bel pò di sangue Trakehner. Anche Amor ha avuto grande influenza sull’allevamento olandese grazie a prodotti caratterizzati da una buona conformazione ed uno spirito da veri guerrieri. I cavalieri in grado di gestire il loro impeto hanno goduto di molti successi.
Animo nacque il 7 maggio del 1982 nelle scuderie dell’allevatore Peter Simons che aveva comprato sua madre Irene per pura coincidenza. Mario Pompen, che gestiva una scuola di equitazione, un giorno telefonò a Simons offrendogli Irene come fattrice perchè a causa del suo caratteraccio proprio non era adatta ad una scuola. Faceva difese e si alzava in piedi. Simons l’acquistò per telefono considerando la sua buona genealogia ed il fatto che era una fattrice con predicato “ster”.
Appena arrivò in scuderia Simons si innamorò della sua bellezza. La coprì con Heidelberg e nacque un puledro bellissimo che divenne un buon cavallo da salto. In seguito Irene ebbe problemi a rimanere gravida, fino al 1981 quando fu coperta con Almé. E’ così che nacque Animo. Da puledro a detta di Simons, non era nulla di speciale e al campionato dei foal non si qualificò nemmeno per la finale.
“Non ho mai dubitato che sarebbe diventato un ottimo cavallo sportivo, ma temevo che non avesse quel che serve a fare un grande stallone”, dice Simons. A 14 mesi fu venduto ad un commerciante di nome Henk Voesenek attraverso il quale approdò nella scuderia di Gert Jan van Olst, grande estimatore di Almé. Animo fu approvato stallone dal KWPN e iniziò la sua carriera sportiva. Gert Jan van Olst lo ricorda come un cavallo intelligente che apprendeva facilmente e dotato di grande volontà di collaborazione. La carriera sportiva del giovane stallone proseguì poi in Inghilterra sotto la sella di Rob Hoekstra. Con lui, a soli sette anni, Animo si piazzò tre volte all’internazionale di Odense. Quando viaggiare avanti e indietro dall’Inghilterra divenne troppo difficoltoso fu Peter Bulthuis a prenderne le redini. Due volte la settimana Animo veniva portato da Henk Nooren dove Bulthuis lavorava. Poi nel 1991 fu il turno di Henk Van den Broek che lo montò nelle sue prime tappe di Coppa del Mondo a Den Bosch e Anversa. Animo saltò benissimo e senza errori entrambe le volte. Il norvegese Morten Aasen vide Animo alla televisione. Era in cerca di un cavallo per i Giochi Olimpici. Immediatamente iniziò a tempestare di telefonate il proprietario che alla fine capitolò e lo vendette. Con Morten Aasen partecipò alle Olimpiadi di Barcellona qualificandosi per la finale.
Morten Aasen conserva bellissimi ricordi della carriera sportiva del suo stallone, un soggetto con un grandissimo cuore.”Animo ha 3000 figli registrati e i suoi prodotti sono stati venduti in tutto il mondo. Hanno talento, ma non sono adatti ad amatori, specialmente fino all’età di 6 anni. Quando sono fisicamente e mentalmente maturi, però, per un professionista è difficile trovare cavalli migliori. In scuderia sono sempre di buon umore e amano avere attenzioni e cure,” dice Aasen.