
Ancora un cambio al vertice della FEI. A poco più di un mese e mezzo dalla polemica uscita di scena di Sven Holmberg, il vice presidente svedese seccamente sconfitto nella corsa al trono di numero uno dell’organismo mondiale dell’equitazione, registriamo le dimissioni di Alex McLin. Lo statunitense, poco più di quarant’anni, avvocato, ricopriva il delicatissimo ruolo di segretario generale e Ceo (chief executive officer: amministratore delegato) dell’organizzazione. Al suo posto, il presidente Haya di Giordania ha nominato il belga Ingmar De Vos.
McLin se ne va con assai minor chiasso di Holmberg, che a metà febbraio lasciò sul tavolo una lettera al cianuro. Chi lo conosce sa delle molte difficoltà incontrate nello svolgimento della sua attività, che si è estesa a lungo a 360 gradi, toccando i temi più svariati: dalla gestione dei diritti televisivi, materia di sicura competenza di McLin, già dirigente di Cnet Channel, al lancio di iniziative fondamentali come la Clean Sport Strategy della FEI. Sta di fatto che, al momento di farsi da parte, lo statunitense ha dribblato ogni cenno polemico, almeno ufficialmente. “E’ stato per me un vero piacere – ha scritto tra l’altro nel suo commiato – partecipare attivamente al processo di profondo cambiamento che ha portato questa struttura a rammodernarsi e a crescere di livello, affrontando i complessi problemi che la Federazione internazionale ha dovuto fronteggiare e cercando di trovare la strada giusta per migliorare la sua missione a favore dello sport”.
Ma resta tuttavia complicato non pensare che la decisione di McLin, che lavorava in ambito FEI da sei anni, non si spieghi anche con il fallito assalto alla presidenza mondiale da parte degli antagonisti della confermatissima numero uno mondiale. Vale la pena di ricordare che ai primi del novembre scorso, a Taipei, fu assolutamente schiacciante l’affermazione di Haya, figlia di re Hussein di Giordania e moglie dello sceicco Mohamed bin Rashid Al Maktoum, primo ministro degli Emirati Arabi e governatore di Dubai: 90 preferenze su 124, contro i 23 voti raccolti da Holmberg e gli appena 11 del ricchissimo uomo d’affari olandese Rotthinguis. Anche gli Stati Uniti, tanto per dire, erano ufficialmente schierati contro la bella principessa giordana.
Haya ha comunque salutato McLin con il consueto stile, ammettendo di “sentirsi in debito” nei suoi confronti per il duro lavoro svolto e per l’indubbio impegno profuso per la crescita della struttura: “Mi mancheranno i suoi consigli e il peso della sua esperienza”. Il sostituito, peraltro, promette bene. Ingmar De Vos, 47 anni, belga, è attualmente segretario generale della federazione equestre del suo Paese e della federazione europea. De Vos vanta un solido bagaglio professionale: ha organizzato concorsi di salto ostacoli internazionali, è stato chef di equipe per la federazione belga a tutte le ultime edizioni dei mondiali e dei giochi olimpici.
“E’ una vera fortuna – ha commentato Haya – poter inserire un dirigente sportivo di questo calibro nel nostro team. Non vedo l’ora di lavorare con lui, sempre sulla strada di unificare, rafforzare e modernizzare la nostra federazione. De Vos conosce le esigenze delle diverse realtà nazionali meglio di chiunque altro. ”So che spingerà tutti noi, me compresa, a svolgere un lavoro migliore”.
Entusiasta anche De Vos, dall’alto del suo formidabile pedigrée: laureato in scienze politiche, economia aziendale e diritto internazionale, parla fluentemente tre lingue (francese, inglese e olandese), è stato anche consulente per l’Esercito e per il Senato belga; già amministratore delegato della federazione equestre del Belgio, ne è diventato segretario generale nel 1997. “La FEI ha attraversato un periodo di profondo cambiamento – le sue prime parole nel nuovo ruolo. Si tratta di un’organizzazione assai cresciuta rispetto a quattro anni fa. Come la principessa Haya ha detto durante la sua campagna elettorale, ora abbiamo l’opportunità di utilizzare questo periodo di stabilità per dare ulteriormente impulso ai nostri evidenti progressi. Sono davvero onorato di avere la possibilità di fare parte di questo processo “.
comunicato Fise