
Durante il concorso nazionale di fine gennaio a Pontedera, Gabriele Grassi ha montato nella categoria riservata ai 5 anni con un capezzone maremmano da doma. Il destinatario di questo curioso esperimento è stato Slatan, stallone alto 1.80mt al garrese, alle prese, nell’occasione, con il primo concorso della sua vita. “Avevo già utilizzato questo capezzone sia con Slatan per andare in passeggiata, sia con Dream per il lavoro in piano- spiega Gabriele- e mi sono accorto, dal primo giorno, che i cavalli lo gradiscono molto. Sono più sereni, imparano a girare d’appoggio sul capezzone, senza la costrizione dell’imboccatura e in totale equilibrio. A differenza dell’hackamore, questo capezzone esercita una pressione sul naso, ma senza leve, permettendo quindi di girare in modo corretto anche con un cavallo rigido (cosa che con l’hackamore è difficile) e inoltre senza rischiare di fare danni con le mani ”.
Gabriele ha deciso di testare questo accessorio di tradizione buttera, dopo aver affrontato numerose difficoltà di gestione nei primi due giorni di gara. “Il cavallo- racconta Gabriele- si difendeva alla gamba e all’imboccatura, nonostante si trattasse di un semplice filetto, perdendo l’impulso, la direzione, e anche la concentrazione. Domenica mattina, con questo capezzone, sembrava rinato. Tutto è stato più semplice, più fluido”.
Così Grassi, ha inaugurato la sua stagione agonistica all’insegna delle “sperimentazioni”. E lo ha fatto, riportando in vita un oggetto di memoria familiare, trovato per caso nel cassone di vimini di suo nonno, in un pollaio a Fonteblanda (Grosseto), dove abitano i suoi genitori. Gabriele è molto legato alla sua terra. Spesso va a trovare la famiglia e non perde occasione di andare con i suoi bassotti a fare delle passeggiate lungo le fila dell’uliveto biologico che ha piantato con il padre. La sua ultima visita gli ha regalato questo “souvenir” del passato, che opportunamente oleato e rimesso a nuovo, ora fa parte del suo presente, appeso tra le testiere in selleria.
comunicato Fise