Aveva poco più di sette anni quando è salita in sella per la prima volta. Il suo amore per i cavalli è nato subito e non l’ha più abbandonata. Così Marie Stvanova, all’età di vent’anni, ha cominciato a lasciare il suo paese, la Repubblica Ceca, per lunghi viaggi formativi, che le consentissero di imparare quello che sentiva di voler fare nella vita: la groom. Dal 2005 lavora per Massimo Grossato.
“Non è facile abbandonare la tua famiglia, il tuo habitat per inseguire una vocazione- commenta Marie- ma il sostegno dei miei genitori mi ha dato la forza di provarci. Qui in Italia ho trovato degli amici, ma il mio punto di riferimento, il mio amico numero uno è Massimo. Non avrei potuto trovare un capo migliore di lui”.
Che cosa ha in comune con te, Massimo?
“L’amore, il rispetto e la gratitudine nei confronti dei cavalli. Questo per me è fondamentale”.
Che cosa ami di più del tuo lavoro?
“Tutto ciò che mi porta alla soddisfazione di vederli stare bene”.
Che cosa ami fare meno?
“Amo tutto del mio lavoro. Oggi, per esempio, è lunedì, e invece di fare riposo, ho portato una cavalla a fare fisioterapia con il tapis roulant in acqua. Il mio lavoro è anche la mia vita privata”.
Che cosa consiglieresti a chi vuole fare bene questo mestiere?
“Di imparare a fare tutto, non solo pulire i cavalli, ma anche guidare il van, tosare, girare alla corda, osservare il maniscalco, parlare con il veterinario,e buttare l’orologio. Questo è un lavoro che puoi fare bene solo se hai passione. Gli orari alle volte non esistono”.
C’è un cavallo che ti sta particolarmente a cuore?
“Elkintot. L’ho seguito per un anno, prima della definitiva pensione. Lui mi ha portata per la prima volta in uno CSIO, quindi resta nel mio cuore per sempre. Poi c’è Lady Luna- sorride, Marie- lei è la mia regina, mi piace viziarla e non me ne separo mai. Infatti, la porto in concorso anche quando non fa la gara”.
Una tua idea o una fissazione di Massimo?
“L’ho chiesto io a Massimo. Preferisco che venga con noi, sempre. Lui non ha fatto resistenza. Anche per questo, continuo a ripeterlo, non potrei trovare un cavaliere migliore”.
Non deve essere facile vedere i cavalli venduti che vanno via…
“Fortunatamente Massimo non fa commercio e di solito li vende all’interno della scuderia, magari a un allievo. E io posso continuare a tenerli d’occhio!”
Dando per scontato che Massimo Grossato sia il tuo cavaliere italiano preferito, mi fai il nome di un’amazzone?
“Giulia Martinengo Marquet”
Un binomio straniero?
“Marcus Ehning e Plot Blue”
Ti emozioni quando un tuo cavallo entra in campo?
“Sempre. Con Lady Luna, poi, è un disastro. Sto male. Se poi entra in una gara importante, non guardo, vedo il video dopo”.
Qual è il difetto che maggiormente riscontri, girando in lungo e in largo per l’Italia, nei privati con i loro cavalli?
“Mi fa arrabbiare la trascuratezza. Vedo troppo spesso cavalli buttati nel box senza aver passeggiato adeguatamente, dopo la gara. A volte sono mal tenuti, poco curati, parcheggiati come delle auto in garage. E anche quando sono tosati e toilettati (perché c’è un groom che se ne occupa) vengono letteralmente abbandonati prima e dopo il divertimento della gara.”
Vuoi dire qualcosa a tutte queste persone che disapprovi?
“Posso dire che il vero campione passa molto tempo con i loro cavalli e riconosce dal loro sguardo o da altri particolari il suo stato fisico e mentale. Il vero cavaliere, o amazzone, deve diventare prima di tutto una persona di cavalli. Non basta stare in sella: toccate i loro tendini, controllate i loro piedi, coccolateli. La vittoria si nutre anche di attenzioni particolari. I cavalli sono atleti e sono anche gli animali che avete scelto di comprare, di tutelare. Onori e oneri. Molte groom saranno d’accordo con me: io capisco se un mio cavallo sta male guardandolo in faccia, perché ho imparato a conoscerlo!”.
Il messaggio di Marie è chiaro: chiedetevi cosa potete fare voi per il vostro cavallo, prima di pretendere qualcosa da lui. Meditate, gente.
comunicato e foto Fise