Roberto Arioldi, i segreti di un campione italiano da record

Tono cordiale e tanta schiettezza. Così il fuoriclasse 55enne Roberto Arioldi, laureatosi due settimane fa per la sesta volta Campione Italiano Assoluto, ha risposto alle nostre domande:

 

Ci sveli il segreto di una carriera sportiva così incredibilmente vittoriosa e longeva.

“Una vita regolare abbinata a una dieta misurata e varia. Normalmente a pranzo mangio un’insalata e a cena qualcosa di più sostanzioso. Niente alcol e niente fumo, anche se mi concedo qualche altro vizio…

Durante la convalescenza dopo l’ultimo incidente ho serrato i ranghi della mia dieta per non appesantirmi e ho cominciato a fare fisioterapia, circa 3 ore al giorno dalla quale sto traendo grande giovamento.”

Vincendo il titolo assoluto a Manerbio ha ricevuto in premio una sella Gianetti, a tal proposito le chiediamo il suo parere sull’importanza della scelta dell’attrezzatura.

“Direi che ogni elemento attraverso cui stabiliamo una comunicazione con il nostro compagno di gara è importantissimo. Soprattutto la scelta della sella è fondamentale, non tanto per garantire comodità al cavaliere ma per tutelare il benessere del cavallo. Valutando attentamente la conformazione fisica, la schiena, la muscolatura e il movimento dell’animale si deve optare per un tipo di sella piuttosto che su un’altra, che dovrà adattarsi al massimo alla sua struttura non impedendone il naturale movimento.

Lei è stato un precursore nel dedicarsi all’addestramento dei giovani cavalli. Non a caso lei fa parte di una Commissione federale che sta studiando un nuovo regolamento sul tema e che porterà notevoli innovazioni. Ci può anticipare qualcosa.

“La Commissione Cavalli Giovani FISE, di cui faccio parte con Pierpaolo Ferili, Luciano De Masi, Paolo Rossato e Salvatore Migheli, sta lavorando per elaborare un progetto che mira ad incentivare i bravi cavalieri italiani a montare i giovani cavalli perché solo scommettendo su di essi potremo in futuro disporre di un parco cavalli di livello. L’idea che stiamo sviluppando è la creazione di un circuito articolato su 6 tappe più una finale dedicato ai cavalli dai 4 ai 7 anni, italiani e non solo.

Lei che è stato più volte portabandiera dei colori azzurri cosa vuole dire alle squadre azzurre in partenza per i WEG?

“Ragazzi, fate quello che più è possibile fare. Provateci…”

comunicato Fise

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