Il Tribunale della FEI ha emesso la sentenza per il caso di doping in cui rimasero coinvolti Roberto Pessoa, pluripremiato cavaliere brasiliano, e il cavallo da lui montato Rufus durante i Giochi Olimpici di Pechino.
Rufus fu trovato positivo alla nonivamide, antidolorifico inserito nella lista delle sostanze proibite anche a causa dell’uso che ne viene fatto per rendere il cavallo ipersensibile agli arti.
Per il cavaliere è scattata la sospensione dall’attività agonistica di quattro mesi, a partire dal 29 agosto, data d’inizio della sospensione provvisoria, fino a gennaio 2009, nonché la multa di 2000 franchi svizzeri, pari a circa 1.281 euro, e la squalifica dai Giochi Olimpici dove aveva conquistato il quinto posto nel salto individuale.
“È compito del cavaliere assicurarsi che non ci siano sostante proibite nell’animale durante l’evento” – riporta la FEI nel comunicato – “ Non è necessario che ci sia intenzione, difetto, negligenza e uso consapevole da parte del cavaliere (Persona Responsabile) per stabilire una procedura di antidoping o una violazione dei controlli medici”.
Pessoa non ha ancora rilasciato dichiarazioni in proposito, ma dal sito della Federazione Equestre Brasiliana (CBH) si apprende che il cavaliere farà ricorso alla Corte d’Arbitrato Sportiva (CAS) entro 30, come previsto dalla prassi.
l.c.
foto © Kit Houghton per FEI