Quella del doping è una tematica sempre più scottante in ambito equestre e quindi ogni notizia a riguardo merita una riflessione. E’ dell’ultima ora la notizia dell’esito positivo ad un controllo antidoping effettuato ad un cavallo montato dal cavaliere francese Maxime Livio durante un CCI in Thailandia. Il castrone Bingo S è risultato positivo al testosterone. Una quantità di testosterone superiore ad una data soglia in cavalli castrati è considerata doping ed in quel caso il testosterone è da considerarsi facente parte delle sostanze cosiddette “banned”, ossia non permesse nemmeno per trattamenti terapeutici.
Pare che la federazione thailandese, TEF, abbia invitato il cavaliere a partecipare alla manifestazione mettendogli a disposizione Bingo S, cavallo che lui stesso ha venduto alla TEF, ma che non è mai stato gestito ne montato da lui . Dopo essere stato acquistato dalla Thailandia, Bingo S è stato 3 giorni in scuderia da Livio prima di andare in quarantena in Germania.
La federazione thailandese, in una lettera indirizzata alla FEI, ha confermato quanto sostenuto da Maxim Livio aggiungendo che il cavaliere ha solo montato il cavallo senza averlo mai in alcun modo accudito.
Secondo il regolamento FEI, però, il cavaliere è comunque responsabile per il suo cavallo e la sospensione è quindi automatica. Maxim potrà richiedere che venga ritirata la sospensione, ma la FEI potrebbe rifiutare di accogliere la richiesta. La sospensione non ha un termine e l’atleta potrebbe quindi restare appiedato fino al verdetto finale del tribunale federale.
Sulla testa di Livio ondeggia anche un’altra scure. Dopo il quarto posto conquistato con la squadra ai WEG era scoppiata come una bomba la notizia che il suo cavallo fosse stato trovato positivo all’acepromazina, sostanza tranquillante contenuta nella lista delle “controlled medications”.
Il caso non stato ancora affrontato dal tribunale della FEI, ma il verdetto potrebbe cancellare il quarto posto della Francia ed anche la sua qualifica olimpica.