Di ritorno dai seminari di riclassificazione degli istruttori federali, a cui ha partecipato come relatore nel mese di gennaio, e in partenza per gli stage di preparazione alla stagione agonistica 2010, abbiamo incontrato Markus Fuchs, tecnico del settore salto ostacoli italiano.
Veniamo da un grande 2009, qual’è stata a suo parere la chiave di volta che ha fatto tornare l’Italia a vincere?
“Penso che non ci sia stata una sola chiave. Varie congiunzioni favorevoli hanno fatto si che il mio arrivo sia coinciso con un buon momento per i nostri binomi. Aver lavorato seriamente, economizzando i cavalli è stato un fattore fondamentale: ad agosto l’Italia, a differenza di altri team, aveva cavalli freschi e in perfetta forma atletica. Al mio arrivo a San Patrignano mi sono confrontato con varie persone del settore facendomi un quadro preciso della situazione e giungere così ad individuare i migliori sei o sette binomi del momento. In realtà non ho cambiato molto, gli ho solo donato morale, fiducia nei loro mezzi e un pizzico di motivazione, spirito di squadra, insomma. E così è girata la chiave che ha riaperto all’Italia le porte della vittoria: un po’ per azzardo e un po’, forse, anche per merito.”
Il 2010 si è aperto con vari confronti con gli istruttori federali, come si sono svolti?
“Negli incontri a cui ho preso parte nel mese di gennaio ho illustrato agli istruttori federali presenti le mie linee di lavoro e i metodi verificati nel corso degli anni. Ritengo che per arrivare dalla base al vertice ci voglia un metodo. Oggi ne convivono vari, da quello americano, molto schematizzato e meccanico, che a volte a causa della poca flessibilità formativa limita l’autonomia degli allievi, a quello tedesco, molto rigido, che per divenire vincente richiede anche un’elevata quadratura caratteriale del cavaliere. Personalmente apprezzo molto il metodo olandese che oggi sta formando giovani cavalieri vincenti che montano anche con un bell’assetto. Nell’ambito delle varie domande che mi sono state poste ho rimarcato il mio pensiero: il risultato di una squadra è il risultato di un team affiatato, composto da molti elementi essenziali quali il veterinario, l’alimentarista, il maniscalco e il preparatore del cavaliere per la parte psicologica. Quest’ultimo aspetto è fondamentale, perché contribuisce notevolmente a elevare le prestazioni dei cavalieri: io sono stato un cavaliere molto emotivo e con il training autogeno ho migliorato le mie prestazioni e quelle dei miei compagni di gara.”
La prossima settimana comincia il ciclo di stage per i cavalieri italiani di interesse federale, qual’è la loro finalità?
“In base all’incarico conferitomi dalla Federazione Italiana Sport Equestri, ho ritenuto necessario allargare e approfondire la mia conoscenza del tessuto equestre italiano, estendendola a tutti i cavalieri azzurri che prendono parte a competizioni di livello internazionale. Con vari gruppi di cavalieri ci incontreremo dall’11 al 13 febbraio all’Arezzo Equestrian Center, dal 15 al 17 febbraio a Manerbio (BS) e dall’8 al 10 marzo al GESE di San Lazzaro di Savena (BO). Questo perché puntiamo a lavorare non solo con i migliori sette o otto elementi ma su tutti, per formare una rosa più ampia di buoni elementi, che senza dubbio ci servirà per partecipare ai molti appuntamenti di livello che ci attendono. E’ anche un modo per conoscere più a fondo i validi giovani che stanno emergendo con cavalli interessanti.”
Rimanendo in tema di cavalieri italiani, Gianni Govoni ha dichiarato che con i nuovi cavalli messi a sua disposizione da Crespo sogna l’avventura azzurra. Le ha fatto piacere questa dichiarazione?
“Gianni è uno dei migliori cavalieri italiani. In gara, dove si devono prendere decisioni forti ed immediate, lui è veramente grande. Nel prossimo fine settimana lo vedrò saltare con Toscane, Joyau d’Opal e Aboyeur al CSI5*-W di Bordeaux, dove lo seguirò con attenzione. All’Italia servono grandi binomi, ritengo che il cavallo acquistato da Crespo, Aboyeur, sia un valido atleta e che l’esperienza di Gianni sia una componente indispensabile per raggiungere grandi mete: con questi elementi ci sono tutte le carte in regola per entrare nella prima squadra.”
Lexington 2010: come pensa di comporre la squadra e accompagnarla poi ai WEG?
“Quest’anno si lavorerà per affrontare al meglio la Promotional League con lo scopo di ritornare in Super League. Pianificando i concorsi e la loro preparazione si eviterà di sfruttare eccessivamente i cavalli e si mirerà anche ad utilizzare un numero allargato di binomi.
Nei mesi di aprile e maggio ci concentreremo sulle gare di Promotional League, su alcune competizioni italiane di livello quali la parte finale del Toscana Tour di Arezzo, Modena e San Giovanni in Marignano. Da queste gare scaturiranno i binomi che poi lavoreranno su di un piano preciso di preparazione in vista dei Mondiali.”
Markus Fuchs, lei, che fu protagonista ai Mondiali olandesi di The Hague nel 1994, che consiglio darebbe ai cavalieri azzurri che sognano Lexington?
“Bisogna lavorare bene, tenendo fissa in mente la cosa più importante: essere concentrati sulla preparazione, non stancare troppo i cavalli e gestire al meglio il management del proprio team. E ricordarsi che l’Italia, se vuole, è una grandissima squadra.”
fonte e foto: www.fise.it