Tharros, dai cavalli alla moda con la stessa passione

Tharros, dai cavalli alla moda con la stessa passione

Quando si trova il coraggio di realizzare un’iniziativa imprenditoriale le incertezze ed i dubbi spesso superano l’entusiasmo, ma nel settore dell’equitazione in Italia si sta facendo strada una startup che guarda con ottimismo al futuro. Stiamo parlando di Tharros, azienda fondata da Sara Fedi e dal socio Mauro Borelli che nel loro progetto hanno messo gli ingredienti giusti a far crescere una bella amicizia sul cammino verso il successo.
La passione di Sara per i cavalli è stata la fonte ispiratrice per la nascita di Tharros, impresa che incomincia a delinearsi alla fine del 2013 quando la giovane di origini sarde presenta la sua idea a Mauro, noto ingegnere e marito di Gabriella, amazzone anch’essa affetta da quel tanto temuto ed inguaribile virus che fa impazzire gli umani per gli equidi.
Dopo aver conseguito una laurea in scienze e tecniche equine Sara ha lavorato in una clinica veterinaria come infermiera, si è interessata alle tecniche di fisioterapia equina ed ha studiato il Metodo Equiter ottenendo il relativo diploma. Finito il suo percorso di studio cresce in lei la voglia di dare vita ad un progetto allevatoriale per creare un gruppo di giovani saltatori da portare avanti insieme ad un cavaliere a sua volta amico di Mauro e Gabriella.

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Lo sguardo della giovane è rivolto all’estero, alla ricerca di cavalle con linee di sangue interessanti da avviare all’attività sportiva e da mettere allo stesso tempo in razza grazie alla tecnica dell’embryo transfer.

Quando ho illustrato il mio progetto, Mauro e sua moglie sono stati subito interessati e, a dire il vero, mi hanno stupito mostrando un vero e genuino entusiasmo che è poi rimasto inalterato nel tempo e che mi ha sempre aiutata. La nostra attività da due anni a questa parte si è diversificata in un settore nel quale non avrei mai pensato di operare, l’abbigliamento. Senza il loro sostegno ed il loro contagioso ottimismo non avrei mai avuto il coraggio di buttarmi in un’impresa del genere.
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I cavalli sono il core business di Tharros, una società che porta un nome importante e carico di significati per Sara:

“Tharros” è un chiaro richiamo alla mia terra d’origine e quindi per me è in parte sinonimo di famiglia e di calore. E’ il nome della città antica di Oristano la cui bellezza è conosciuta nel mondo. E’ un famoso sito archeologico tanto che è diventato anche un’ambita meta turistica. Credo che questa mia scelta si addica anche al carattere di Mauro che è una persona semplice, ma raffinata al tempo stesso. Per lui come per me sono importanti i legami con le persone e questa nostra avventura ci ha portato a stringere anche nuove amicizie ed a conoscere gente nuova, come è successo quando nel 2012 abbiamo comprato la prima cavalla, Esdoroville, una grigia olandese trovata da Guia ed Alain Leusch e che oggi ha 6 anni. Esdoroville quest’anno ci ha regalato la prima puledrina.

Quanti cavalli ha la vostra società adesso e come è nata l’idea dell’abbigliamento?

Per il momento Tharros è proprietaria di Esdoroville (Indorado x Renville), Riu Lughente, che è un soggetto figlio di Ksar Sitte che ho allevato io in Sardegna, Gwendoline (Ukato x Hold Up Premiere) che ha 4 anni ed è stata acquistata lo scorso inverno in Olanda ed infine Mayflower che è la figlia di Esdoroville e dello stallone VDL Harley ed è nata quest’anno. Nell’abbigliamento siamo entrati del tutto per caso. Avevamo deciso di fare delle giacche e delle maglie personalizzate per la nostra scuderia, ma non volevamo i soliti giubbotti. Mauro è un’esteta, a Gabriella ovviamente piacciono le cose belle e a me anche, quindi la nostra scelta è caduta su prodotti di buona manifattura e confezionati con tessuti di qualità. Questi primi indumenti sono stati apprezzati anche da amici e conoscenti che ci chiedevano dove erano stati prodotti e dove si potevano trovare in commercio. Da lì il passo è stato breve. Realizzare una linea di abbigliamento per l’equitazione e per il tempo libero mi ha portato a confrontarmi con un mondo nuovo e stimolante e non necessariamente legato unicamente ai cavalli. E’ stata un po’ una sfida, una cosa da “vero” imprenditore. Tessuti, artigiani, produzione e packaging per me erano tutte cose nuove, ma al tempo stesso molto interessanti. Le esperienze lavorative di Mauro ci sono servite come una sorta di paracadute di emergenza, ma il mondo dell’abbigliamento è una realtà totalmente nuova anche per lui ed è stato bello ed emozionante scoprirlo ed imparare insieme.

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Quello che ci racconta Sara trova conferma nelle parole di Mauro Borelli che ci spiega come Tharros rappresenti per lui una boccata d’aria fresca, un’occasione per condividere la passione della moglie e riposare il cervello realizzando qualcosa di nuovo dopo 35 passati come ingegnere in giro per il globo. Il suo lavoro lo impegna ancora molto, ma doversi occupare anche di Tharros non gli pesa. L’amore per le cose belle, l’attenzione ai particolari, quel pizzico di sofisticatezza che ammette con un mezzo sorriso sono l’apporto di Mauro alle collezioni di Tharros che, ci tiene a sottolineare, viene realizzata da sarti ed artigiani noti nel settore:

La nostra iniziativa non si riduce al possedere qualche cavallo o a disegnare due felpe, Tharros è qualche cosa di più, ha un’essenza più profonda. E’ la ricerca del bello, è il quotidiano cercare di migliorarsi e di crescere a caratterizzare la nostra azienda. Non mi piace la superficialità ed il pressappochismo ed in questo mi sono trovato subito sulla stessa lunghezza d’onda con Sara. Scegliamo le stoffe, produciamo tutto in Italia da sarti e artigiani conosciuti, prestiamo grande attenzione ai particolari. Così ad esempio i bottoni sono in madreperla australiana e sono logati sul fianco, anche il packaging non è lasciato al caso e non perché vogliamo vendere fumo, ma perchè un prodotto di classe si presenta in modo diverso rispetto a ciò che è concepito in modo dozzinale. Con questo approccio il nostro punto di forza è diventato quasi da subito il “su misura” che è stato apprezzato molto dai clienti stranieri che ci mandano feed-back positivi. Un’amazzone svizzera ci ha scritto e mandato le sue foto da una competizione in Marocco e questo ci ha fatto un gran piacere.
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Un’apertura ai canali di commercializzazione stranieri è nei piani futuri di Tharros che si è comunque sempre proposta ad un pubblico internazionale fin dall’esordio quando fu allestito il primo stand nell’edizione inaugurale di Jumping Parma, uno di una lunga serie di eventi ai quali Mauro e Sara hanno partecipato. La presenza in manifestazioni di respiro internazionale ha permesso a Tharros di fare conoscenze interessanti e di costruire una rete di relazioni utile alla crescita dell’impresa che sicuramente porterà altre grandi soddisfazioni personali ed economiche ai suoi ideatori.
Insomma il mondo dei cavalli non sempre si esaurisce in scuderia, spesso evolve in grandi amicizie ed ambiziosi progetti imprenditoriali capaci di far crescere chi ha la fiducia ed il coraggio di crederci fino in fondo.

www.tharrosworld.com

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