La FISE e il Fisco studiano il redditometro “a misura di cavallo”

La FISE e il Fisco studiano il redditometro “a misura di cavallo”

Il Fisco sta finalmente porgendo attenzione ai problemi di chi possiede un cavallo. Non è caduto nel vuoto l’appello lanciato dalla FISE attraverso il presidente Andrea Paulgross, che già lo scorso anno era sceso in campo al fianco dei suoi tesserati. Era la fine di ottobre, quando Paulgross, facendosi interprete del disagio di migliaia di appassionati, indirizzava una lettera-appello ai responsabili delle istituzioni competenti: Giulio Tremonti, ministro dell’Economia; Giancarlo Galan, allora ministro delle Politiche agricole (ora è ai Beni culturali); Alberto Giorgetti, sottosegretario all’Economia; Francesca Martini, sottosegretario alla Salute.

Preoccupato dall’inserimento del cavallo tra gli elementi di valutazione del reddito, il presidente della FISE presentava un’analisi-richiesta di revisione di criteri che, nell’ottica del mondo equestre, oltre che oggettivamente fuori luogo apparivano (e appaiono) destinati a vanificare le strategie di rilancio avviate. “Il nostro comparto – scriveva tra l’altro Paulgross – risulta così a forte rischio di crisi: incentivato da un lato come attività sportiva ed educativa, penalizzato dall’altro da un’impropria imposizione fiscale (…). Confido nell’attenzione che Loro sapranno dare alla definizione di regole giuste e adeguate alla reale capacità contributiva degli oltre 120 mila tesserati che ho l’onore di rappresentare e confermo la piena disponibilità a contribuire a definire parametri adeguati e coerenti con le situazioni reali che il mondo dei cavalli esprime”.

Successivamente, a metà maggio scorso, l’incontro tra il massimo responsabile della Federazione italiana sport equestri e l’Agenzia delle Entrate, nello specifico il capo-settore dell’Ufficio di analisi e strategia della Direzione generale accertamento, Maria Pia Protano. Un vertice fondamentale, per definire le prospettive della questione, che ha preso una piega finalmente incoraggiante.

Dell’argomento si occupa oggi “Finanza&Mercati” (nella foto una recente prima pagina del giornale), il quotidiano dedicato al mondo finanziario ed economico che da qualche mese ha aperto un’importante finestra sulla realtà dello sport, cui è dedicato ogni giorno un inserto di quattro pagine. A firma Paola Tinasco, vengono riassunti i passaggi che, dalla fine del 2010, hanno di fatto trasformato la FISE di Andrea Paulgross nel primo interlocutore dell’Agenzia delle Entrate.

Ecco di seguito l’articolo di “Finanza&Mercati”.

Il Fisco promette sconti per chi mantiene un cavallo con non più di 120 euro al mese. Cioè meno di quanto costi un cane con pedigree a cinque stelle. Dopo lo sfogo del presidente della Federazione sport equestri, l’Agenzia delle Entrate ha promesso di studiare attentamente la questione, commissionando un’analisi ad hoc che dovrebbe essere pronta per settembre prossimo. A quel punto, Agenzia delle Entrate, ministero dell’Economia e Fise siederanno attorno a un tavolo per confrontarsi e individuare insieme quali sono i parametri per determinare l’effettivo reddito necessario per possedere e mantenere un cavallo. Ma c’è un altro fronte su cui la Federazione chiedeva di fare chiarezza: perché se da un lato c’è troppa omogeneizzazione, dal punto di vista dell’attività di impresa c’è una vera e propria giungla. Sul primo aspetto, a oggi, i parametri utilizzati sono, secondo gli addetti ai lavori, palesemente iniqui. E questa volta si spera che le rassicurazioni del Fisco non siano come le promesse di Pulcinella. Non è infatti il primo intervento per garantire la differenza, per esempio, tra titolare di un maneggio superesclusivo o semplicemente di una modesta casa di campagna con annesso giardino. Chiaro che le spese di manutenzione sono ben diverse nei due casi e denotano un reddito altrettanto diversificato. L’Agenzia delle Entrate ha preso atto delle necessità di differenziare le categorie reddituali, rimettendo mano alla vecchia formulazione del cosiddetto “redditometro”, che prevedeva, per i proprietari di un cavallo, un guadagno presunto di 42mila euro ogni anno. E chi per mantenere il cavallo è costretto a stringere la cinghia, ha tirato un sospiro di sollievo. Ma era un’illusione, perché gli accertamenti sono partiti, puntuali, nonostante le indicazioni. Da qui la richiesta di un incontro tra il presidente della Fise, Andrea Paulgross, e l’Agenzia delle Entrate. La promessa di sedersi attorno a un tavolo tecnico è per la Fise una prima, parziale vittoria, perché vuol dire avere voce in capitolo nel cambiamento del sistema di accertamento che sarà applicato per le dichiarazioni a partire dal 2009.

Sul fronte delle imprese, l’incontro con il Fisco è invece servito per mettere in calendario per settembre la firma di un importante accordo per la definizione giuridica dei centri ippici. In pratica la Fise ha chiesto e ottenuto che i maneggi siano sottoposti a uno stesso regime, ferma restando la diversificazione per natura sociale. Il confronto è partito, ma prima di cantare vittoria, è bene attendere gli esiti.

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