Assemblea Elettiva Fise, la maratona di Ostia

Assemblea Elettiva Fise, la maratona di Ostia

Come abbiamo già avuto modo di raccontarvi si sono tenute ieri ad Ostia le elezioni del nuovo presidente della Federazione Italiana Sport Equestri che ha restituito ai tesserati un presidente democraticamente eletto dopo quasi due anni di commissariamento.

Ma vediamo che cosa possiamo raccontarvi della giornata faticosissima passata al FIJLKAM di Ostia. Prendiamola un po’ alla lontana.

I candidati alla presidenza in questa corsa verso le elezioni sono arrivati ad essere addirittura 6, un numero che lo stesso presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha ritenuto troppo elevato.

Lo scettro della presidenza evidentemente ha un fascino in grado di smuovere mari e monti perché la nostra povera Italia è stata martoriata e mortificata da campagne elettorali in cui sono volati i coltelli, in cui sono stati riesumati tutti i cadaveri che si sono trovati e gli armadi sono rimasti letteralmente vuoti.

Che fossero sciocchezze o fatti importanti, tutto è stato dato in pasto ai social network ed ai media in genere. Le crociate alle quali hanno partecipato su Facebook i simpatizzanti dei diversi candidati rimarranno nella storia e non sono mancati siparietti davvero divertenti che hanno intrattenuto per giornate intere gli appassionati.

C’è stato, e ancora c’è, parecchio lavoro anche per il Procuratore Federale che ha ricevuto le querele, le diffide e le denunce di diversi protagonisti di queste lotte intestine. Ma si sa, l’equitazione è prima di tutto uno sport nobile ed elegante.

In questo periodo è nata una radio Equestre ed un giornale online, gruppi e pagine Facebook, profili falsi che si intromettevano nei discorsi degli utenti per perorare la causa del loro candidato preferito.

Chiuso il termine per le candidature è arrivato l’ennesimo scandalo. Il presidente il cui mandato era stato interrotto dal commissariamento e che ancora gode di un gran numero di consensi, è stata giudicata incandidabile. Gran parte dei tesserati e dei suoi sostenitori ancora oggi non ne capiscono le ragioni. Troppo difficile districarsi nella selva oscura di sentenze scritte in modo incomprensibile e dei relativi ricorsi.

Anche due candidati consiglieri sono stati tagliati fuori dai giochi per vecchissimi problemi di doping per i quali avevano dimenticato di chiedere la cancellazione.

Si sono sprecate le congetture relative a possibili accordi e scambi di voti sotto banco. La cartina d’Italia è stata colorata con tutti i colori dell’arcobaleno per dimostrare di volta in volta la supremazia di uno o dell’altro pretendente al trono. Una partita a risiko o a monopoli sarebbe stata meno avvincente, anche perché decisamente meno pericolosa.

Avvicinandosi alla data fatidica hanno incominciato a girare proiezioni che promettevano di essere ASSOLUTAMENTE realistiche ed accurate, con un’approssimazione vicina al 100%, che però proponevano uno scenario di schiacciante vittoria per ciascuna delle due fazioni più forti.

Nel frattempo, come dicevamo, i contendenti erano rimasti in 5 e poco prima del giorno X anche il quinto ha optato per il ritiro.

Altre allusioni ed accordi, altre congetture, insulti e sfide hanno continuato ad alternarsi a minacce di querele e denunce. A questo punto si è aperto il mercato nero dei consiglieri, con più o meno discrete richieste ed adulazione che avevano come unico scopo di sottrarre asset importanti all’entourage degli avversari. O almeno questo è quello che si è mormorato.

Dai corteggiamenti si è passati alle richieste di ritiro, “tiritiri tu, trallalerolà”, ed ai tentativi di compravendita, finché non hanno incominciato a delinearsi all’orizzonte i possibili VERI accordi.

Ma sono sempre le vecchie volpi dell’ambiente ad avere la capacità e la maestria di condurre il gioco verso il risultato desiderato manovrando le pedine con fili invisibili ed impercettibili.

Nemmeno la reinterpretazione del quorum richiesto per poter validare l’assemblea ha potuto fermare le elezioni.

Assemblea elettiva FISE

L’affluenza è stata impressionante e guarda caso ancora una volta INASPETTATA. Che strano non se lo aspettano mai.

Lunedì 30 marzo alle 09:30 del mattino un fiume di persone ha invaso il cortile e la struttura del FIJLKAM. L’inizio di una sorta di calvario. Gentilissimo il personale della federazione che ha provveduto ad accreditare circa 1300 persone che hanno, però, dovuto sorbirsi in media un’ora e mezza di coda.

Probabilmente se fosse stato previsto un catering, un piccolo ristorante o qualcosa di più del baretto del palazzetto dello sport con il ricavato si sarebbe potuto incominciare a ripianare il debito della FISE che sembra si aggiri intorno agli 8 milioni di euro.

Non si può, però, dimenticare di parlare di come i poveri tesserati sono giunti ad Ostia. Treni, aerei, macchine e pullman hanno accompagnato i tesserati ad adempiere al loro dovere di elettore. E ovviamente anche i mezzi di trasporti in questa campagna elettorale sono riusciti a finire sotto accusa. Che i diversi candidati abbiamo provveduto a sponsorizzare o semplicemente ad organizzare la trasferta dei loro elettori è stato ampiamente criticato dai rivali che, però, nella maggior parte dei casi non si comportavano molto diversamente. Altre accuse, altre probabili querele.

Comunque dopo un’ora e mezza di coda per gli accrediti ed un’altra mezz’ora per accaparrarsi un panino prima che finisse la scorta del baretto, è stata dichiarata aperta l’Assemblea. Tifo da stadio per alcuni, timidi sorrisi per altri hanno caratterizzato i brevi discorsi concessi ai 4 candidati prima che si aprissero le danze. E magari fossero state danze. In realtà i tesserati hanno dovuto affrontare più di due ore di coda per votare il loro presidente e questo con la consapevolezza che dopo la proclamazione del vincitore avrebbero dovuto ripetere la stessa fila per dare la propria preferenza ai consiglieri.

La preferenza, questa sconosciuta. Avevo sempre sentito parlare dei cosiddetti pizzini, bugiardini sui quali erano riportati i nomi dei candidati delle singole liste distribuiti la mattina delle elezioni dal team dei rispettivi candidati presidenti ai loro elettori per renderli partecipi degli inciuci dell’ultimo minuto e dei conseguenti scambi di consiglieri da una lista all’altra. I bugiardini e le sorprese che hanno portato alla luce hanno creato un po’ di scompiglio. Insieme ai bugiardini sono arrivate subito le smentite e poi le conferme e poi ancora le smentite. Il clima si faceva sempre più teso e la diffidenza saliva alle stelle.

Caldo, ressa, stanchezza incominciavano a farsi sentire e la plateale disorganizzazione iniziava a far crescere la tensione. C’è stato chi doveva prendere l’aereo di ritorno e chi rischiava di perdere il treno, ma tutti sono comunque riusciti a sentire la proclamazione del vincitore, magra ricompensa se si considera la sfaticata.

La proclamazione è stata ovviamente seguita dalle grida di gioia di chi ha sostenuto il candidato vincitore, di chi ha  finto di aver sempre parteggiato per il vincitore e di chi non lo sosteneva fino ad un secondo prima, ma in quel preciso momento ha sentito di aver sempre saputo che in fondo quello avrebbe dovuto essere il “suo” candidato.

Questo è stato l’attimo più bello perché guardandosi intorno si sono potute notare le reazioni più disparate. Persone pervase da una felicità senza senso esternata in modo ancora più patologico, comportamento che non si potrebbe giustificare nemmeno se la nazionale avesse vinto i mondiali di calcio. Altre che, con lo sguardo fisso nel vuoto, si comportavano come se avessero perso tutto in seguito ad un terremoto.

Vincitori e vinti hanno avuto un solo comportamento in comune. Appena il cervello è tornato connesso entrambe hanno messo mano allo smartphone o all’ipad per comunicare al mondo quella che per alcuni è stata una bella, per altri una brutta notizia. Ed è così che la rete ha accolto subito il successo di Vittorio Orlandi accompagnandolo con foto fresche fresche.

A questo punto ai tesserati rimaneva da espletare un altro arduo compito: l’elezione dei consiglieri. Un’altra oretta di coda. Per chi come me odia stare in coda è stato un vero supplizio, quasi peggio del volo delle 7 del mattino di Easyjet a Malpensa.

Alla fine ce l’abbiamo fatta. Verso le 7 di sera sono stati ufficializzati tutti i candidati che ora compongono il consiglio federale. La lettura dei consiglieri all’inizio non ha destato apparentemente grande scompiglio forse perché in tanti se ne erano già andati forse o perché dopo quasi 12 ore la gente era davvero stravolta. Superato il primo momento di défaillance ci si è accorti delle sorprese emerse e sono partite le telefonate agli amici ormai lontani per ragguagliarli sui risultato dello spoglio. Tutti al telefono. Probabilmente si potrebbe cercare di chiedere a qualche compagnia telefonica di sponsorizzare le prossime elezioni.

Con gli esiti completi, una gigante calcolatrice ed il telefono incollato all’orecchio la maggioranza dei presenti ha incominciato l’analisi scientifica delle maccinazioni e delle strategie elettorali che hanno prodotto il risultato. L’analisi durerà per mesi ed appassionerà il mondo equestre che adesso non potrà far altro che lamentarsi dell’operato dei neo-eletti e prepararsi con entusiasmo alle prossime elezioni che si terranno tra circa 18 mesi.

 

 

 

 

 

Autore

Articoli Correlati