Spesso i cavalli vengono additati come animali con scarse doti d’intelletto, nulla di più falso! A dimostrarlo è un mustang-Quarter Horse di nome Cholla, il cui nome significa in spagnolo “cactus spinoso”, quasi a voler sottolineare ancora di più la natura vivace e selvaggia di questo animale.
La storia di Cholla inizia come quella di tanti altri cavalli, intersecandosi con quella degli esseri umani in maniera abbastanza cruenta. Il giovane puledro viene domato con la tecnica chiamata sacking out che prevede l’utilizzo di corde per legare gli arti dell’animale costringendolo poi a cadere a terra, dove verrà poi ricoperto con pesanti sacchi di farina. Cholla si trova quindi a fare presto i conti con un trauma che lo rende schivo e riluttante al contatto umano.
A cinque anni l’incontro fortunato che gli salverà la vita e che gliela cambierà per sempre, è infatti a questa età che Renee Chambers decide di comprarlo e portarlo presso la sua tenuta dove solo lei, con enorme pazienza, riuscirà a riacquistare la sua fiducia fino a riuscire perfino a montarlo.
Nel 2004 la svolta che porta il cavallo alla ribalta. Un giorno, mentre la sua proprietaria è intenta a ridipingere una staccionata, il cavallo dimostra particolare interesse per il rullo utilizzato da questa , la quale divertita decide di mettergli a disposizione colori e tele. Cholla inizia cosi a tenere liberamente il pennello tra i denti, e a prendere direttamente dalla tavolozza i colori necessari al completamento del suo disegno.
La cosa che più impressiona è che il cavallo per sua natura di difficile carattere e impossibile da addomesticare decida di dedicarsi spontaneamente a questa attività alla quale si dedica anima e corpo disprezzando talvolta pure il cibo che gli viene porto durante le sue “sedute” di pittura e senza giocare,mordere e distruggere il materiale in suo possesso.
Cholla manifesta compiacimento mentre si dedica alla pittura, ovviamente a modo suo, nitrendo e sbattendo gli zoccoli, muovendo la testa nell’angolazione corretta che gli permetta di muovere il pennello con la lingua in modo da creare rette, punti e segni arrotondati.
L’etologo Danilo Mainardi, che già in passato si è occupato di animali con tratti artistici, tende a precisare l'”intenzionalità” e la “consapevolezza”di Cholla di dipingere, e che il cavallo possa definirsi felice e in nessun modo costretto o ammaestrato a farlo.
La popolarità arriva a livello globale quando nel 2008 un quadro dell’animale viene iscritto ad un concorso “aperto a tutti” ricevendo i consensi dai critici d’arte presenti. Grazie a questa partecipazione il cavallo arriva in finale dove uno dei premi consiste nella realizzazione di una mostra personale al di fuori degli USA.
E’ giusto precisare per rispetto nei confronti dell’animale la proprietaria ha deciso di non farlo presenziare alla mostre dove invece sono però presente dei video che lo immortalano mentre si dedica alla sua attività preferita.
Auguriamo a Cholla una lunga carriera…e chissà…magari eguagliabile a quella di Picasso!