Mattia Luciani, classe 1989, si affaccia nel mondo senior, sotto la guida di Deodato Cianfanelli e Francesco Girardi, presso le strutture del Centro Equestre Federale dei Pratoni del Vivaro. I suoi atleti a quattro zoccoli sono: Flying Brinkman, Santano, The Light Fandango.
Ha cominciato a montare all’età di 13 anni con Maria Laura Cianfanelli ed è sicuro che il suo futuro sia nel completo. Di certo il suo passato può testimoniare che le carte ci sono tutte: un oro, un argento e un quarto posto, nei campionati italiani young rider; medaglia di bronzo a squadre nei campionati europei 2008 (Kreuth, Germania), insieme a Sara Breschi, Stella Benatti e Federico Riso. Quest’ultimo è uno dei suoi più cari amici. “Ho stretto una forte amicizia con lui, Pietro Roman e Alessandro Valentini. Siamo molto uniti e cerchiamo sempre di far coincidere il programma delle gare. Tra di noi c’è un sano e corretto agonismo”.
Qual è il tuo concorso preferito?
“Pratoni del Vivaro. E’ uno dei posti più belli del mondo”.
Un cavaliere che ammiri?
“Mark Todd, non solo per i suoi risultati ma per il suo modo di affrontare la vita. Non si stanca mai di mettersi in gioco”
Un tuo difetto.
“Sono impaziente”
Un tuo pregio
“Sono costante”
Un tuo desiderio?
“Attualmente vorrei tanto entrare a far parte di gruppo sportivo militare”
Mattia è tutti i giorni in scuderia, per almeno sei ore. Ama prepararsi i cavalli da solo, perché secondo lui “è il primo fondamentale passo per instaurare un rapporto con loro”. E’ attento, scrupoloso e non esita a coinvolgere il fisioterapista, l’osteopata e il veterinario, che è Carlo Bolaffio. Su di lui dice: “è come un padre”.
Che cosa ami meno fare, nella tua personale gestione di scuderia?
“Tosare”
Un tuo difetto in sella?
“Guardo in basso e chiudo le spalle, soprattutto nel lavoro in piano”
Come lo hai risolto?
“Non l’ho risolto, provo a risolverlo tutti i giorni pensandoci”
Mattia ama i suoi cavalli, in particolare Flying Brinkman. “E’ quello che mi ha dato più di tutti, non solo a livello agonistico, ma anche personale. Lo monto da quattro anni e ancora mi chiedo come possa essere così pauroso a casa, e tanto coraggioso in gara. E’ un cavallo padronale, timido e dipendente dalla compagnia. Se viaggia da solo impazzisce. Allora, quando non porto altri cavalli,oltre lui, carico il suo amico pony shetland. E lui si tranquillizza”.
comunicato e foto Fise