Il cavallo, oltre ad essere un animale meraviglioso, è il compagno che ci consente di raggiungere i risultati agonistici sperati e per questo dovrebbe essere gestito nella maniera più simile all’atleta umano. Il concetto di riabilitazione, di fondamentale importanza in campo umano, non è stato ancora pienamente accettato da cavalieri e preparatori impegnati nei diversi settori dell’equitazione e dell’ippica.
Nel mondo dell’equitazione, sia che si parli di professionismo che di semplice passione, vengono richiesti ai cavalli carichi di lavoro tali da renderli spesso vittime di problemi fisici, di natura ortopedica e non. Inoltre, l’eccessivo stress psicologico e fisico può rivelarsi deleterio anche per la salute mentale dell’animale, che non sarà più in grado di affrontare il lavoro con la serenità necessaria.
Un buon cavallo deve essere tranquillo, sano, e deve poter affrontare serenamente anni di lavoro senza continuare a cambiare di mano. Oltre alle maggiori aspettative da parte dei cavalieri, anche il numero sempre maggiore di competizioni riservate ai cavalli meno giovani, dovrebbero spingere proprietari e preparatori a preservare il più possibile i propri cavalli ed ad affrontare i problemi con occhi diversi: mantenere il cavallo in convalescenza nel pieno delle sue condizioni, sia fisiche che mentali, e fornirgli tutte le cure necessarie affinché, dopo un infortunio, l’animale possa riprendere la sua carriera agonistica in tempi brevi e al massimo della forma.
Nella maggior parte dei casi il cavallo, quando si fa male, affronta il periodo necessario alla guarigione confinato in box e passeggiato a mano o in giostra solo pochi minuti al giorno. La ripresa è poi graduale ma il tempo che ci vuole per rimettere in forma un cavallo fermo da tempo è impresa lunga e faticosa. Questo lungo periodo, necessario a ristabilire la forma fisica, viene spesso gestito in maniera sbagliata e l’animale, appena gli viene richiesto uno sforzo maggiore, si trova in difficoltà rischiando così di farsi male di nuovo.
Il numero di ore che si dedicano alla preparazione di un cavallo e, perché no, il legame affettivo che si instaura fra cavallo e cavaliere, dovrebbero incentivare il proprietario a preservare il più possibile il proprio animale, sia fisicamente che psicologicamente, con un impegno che spesso è minore di quello che occorre per rimediare ad un eventuale danno.
Lavorando in quest’ottica si può aspirare a una carriera lunga e soddisfacente per il proprio animale, che potrà arrivare a presentarsi alle sempre più numerose competizioni nelle migliori condizioni fisiche e mentali.
Per sottoporre un cavallo infortunato a un vero e proprio percorso riabilitativo, con una ripresa migliore nei tempi più veloci, si può ricoverare il cavallo in un centro specializzato dove veterinari e persone qualificate se ne prendono cura, sottoponendolo ad esercizi e terapie adeguati. Nella maggior parte dei casi queste terapie non si possono effettuare in scuderia perché mancano le attrezzature necessarie e, spesso, anche la competenza.
La riabilitazione oltre ad essere fisica deve essere anche mentale, perché quasi sempre questi cavalli hanno già subito lunghi periodi di confinamento in box prima di essere riferiti alla clinica.
Per sottoporre il cavallo a esercizi mirati al ripristino della normale funzionalità dell’area infortunata e a mantenersi in forma, l’attività motoria in acqua si rivela ottima. Oggi le terapie riabilitative più sfruttate sono il treadmill in acqua, la piscina e le vasche idromassaggio.
Essendo più piccoli, più gestibili (trovano posto con facilità in spazi esigui e soprattutto al chiuso) e in molti casi più efficaci, i treadmill in acqua cominciano ad essere numerosi in Italia e a soppiantare le piscine. Queste ultime sono ancora ottimi mezzi di riabilitazione ma, non essendo il cavallo un nuotatore naturale, spesso lo sforzo che gli viene richiesto per rimanere a galla, malgrado venga aiutato da una ciambella posta attorno al collo, a lungo andare può creargli qualche problema alla schiena.
Alla base del lavoro nel treadmill in acqua c’è l’esercizio controllato quotidiano, dove l’animale si muove sgravato di più del 40% del suo peso. Per alcuni problemi, come lesioni a tendini e legamenti, il movimento è benefico perché stimola la riparazione e favorisce il recupero di lunghezza ed elasticità. Anche in seguito ad interventi articolari una mobilizzazione veloce è di fondamentale importanza per il recupero totale e completo dell’articolazione. Inoltre, tenere in esercizio tutto l’apparato muscolare circostante aiuta a evitare in seguito eventuali situazioni di instabilità.
In acqua l’aumento della resistenza e la diminuzione dell’impatto durante il movimento stimola la flessibilità delle giunture, potenzia la muscolatura e migliora la postura, senza che vi sia alcun tipo di stress o possibile trauma. I cavalli accettano di buon grado questo tipo di esercizio nella vasca treadmill, non hanno problemi, non si spaventano e generalmente affrontano la seduta quotidiana con molta serietà.
Dare la possibilità al proprio cavallo infortunato di mantenersi in attività senza il sacrificio del confinamento in box significa farlo partecipare attivamente alla propria guarigione, sia mentalmente che fisicamente. Per non buttar via il tempo speso nella preparazione di un cavallo e riaverlo in tempi brevi al massimo della forma, è importante avvalersi dell’aiuto di veterinari specialisti in grado di seguirlo quotidianamente nel suo percorso riabilitativo: nel movimento, nelle terapie e nelle singole necessità che ciascun soggetto può avere come, ad esempio, l’alimentazione (per ovviare a eventuali problemi di allergia o intolleranza), il tempo libero dedicato al paddock o le altre terapie necessarie a mantenere il cavallo in piena salute.
fonte: si ringrazia lo staff del centro specializzato “Le cicogne” www.lecicogne.com