
I sesamoidi sono due ossa che si trovano sulla faccia posteriore del nodello e agiscono come una puleggia per lo scorrimento del legamento sospensore del nodello e stabilizzano l’articolazione stessa.
La seamoidite è la patologia infiammatoria dei sesamoidi caratterizzata da dolore associato a zoppia localizzata con frequente coinvolgimento delle branche del legamento sospensore del nodello, quindi patologia sia ossea che dei legamenti.
Colpisce principalmente cavalli da corsa e da concorso ed è causata da eccessiva e continua sollecitazione del legamento sospensore del nodello a causa della loro attività sportiva. Fra le cause è da annoverare anche la conformazione dell’arto, soprattutto in caso di pastoie lunghe o talloni bassi.
La sede dei sesamoidi è molto innervata e per questo il dolore e la zoppia sono molto marcati quando si sviluppa una sesamoidite, con conseguente riduzione della capacità sportiva del cavallo.
Il dolore può essere localizzato ai sesamoidi o coinvolgere anche il legamento sospensore del nodello e le sue branche.
Quando è in corso l’infiammazione, la vascolarizzazione delle ossa aumenta, a causa dell’aumento del numero e delle dimensioni dei vasi, rendendo paradossalmente poco efficiente la vascolarizzazione stessa.
L’aumento della vascolarizzazione in questa zona è normalmente presente come risposta all’allenamento e diventa patologica solo nei casi in cui lo stress supera la capacità dell’osso di sopportare il carico di allenamento richiesto.
La sesamoidite si presenta in tre diverse varianti, a seconda della gravità dell’infiammazione e della parte interessata. Si parte da un’infiammazione locale dell’osso che può estendersi ai legamenti, fino ad arrivare a microfratture ossee.
Quando l’infiammazione colpisce un solo nodello si identifica come sesamoidite monolaterale ed è il caso dove la zoppia è più evidente, interessando solo un arto; se i nodelli colpiti sono due si parla di sesamoidite bilaterale, ma può anche accadere che siano infiammati tutti e quattro i nodelli con conseguente sesamoidite pandemica che porta il cavallo a una riduzione drastica della capacità di sopportare gli allenamenti.
Per fare una diagnosi corretta è necessaria la visita clinica, come nel caso di tutte le patologie ortopediche. Il primo segno di sesamoidite è un aumento di calore del nodello che è valutabile con la semplice palpazione dell’arto; il soggetto risponde positivamente al test di flessione articolare e alle anestesie diagnostiche.
A seguire si effettuano gli esami diagnostici, con le radiografie si evidenzia il tipico segno di sesamoidite ovvero l’aumento del numero e delle dimensioni dei canali vascolari, nei casi cronici si nota la demineralizzazione delle ossa, inoltre, si identificano eventuali fratture e microfratture. Nella fase acuta si potrebbero rendere necessarie l’ecografia per identificare coinvolgimenti delle strutture molli del nodello e la scintigrafia per identificare più chiaramente la patologia nei casi dubbi.
Una volta diagnosticata la sesamoidite, la terapia prevede innanzitutto il necessario riposo e sette/dieci giorni di antinfiammatori per via generale (per bocca, intramuscolare o endovenosa). Nei casi cronici si ricorre alla terapia con onde d’urto e alla somministrazione di isossisuprina, un vasodilatatore che migliora la vascolarizzazione locale, e di biofosfonati, inibitori del riassorbimento osseo.
In caso di sesamoidite acuta, per stimolare la vascolarizzazione locale, sono necessarie docce e impacchi freddi locali, un aumento di calcio nella dieta quotidiana, somministrazione di isossisuprina, oltre a una ferratura correttiva idonea (es. ferri a pianella).
I tempi di recupero variano a seconda della gravità: 1-2 mesi per i casi acuti, 3-4 mesi per i casi cronici, 7-9 mesi in presenza di microfratture.
Anche la prognosi dipende dalla gravità della patologia: in caso di lieve zoppia e lesioni moderate all’esame radiografico, la prognosi è buona; diventa negativa, invece, se la lesione è grave e associata a danni del legamento sospensore del nodello, caso in cui il cavallo potrebbe dover interrompere definitivamente l’attività sportiva. Se la lesione riguarda il legamento sospensore si può ricorrere in parte alle indicazioni terapeutiche già illustrate per i tendini.
Riassumendo, la sesamoidite, come dal termine stesso, è una patologia che riguarda le ossa sesamoidee che hanno una funzione stabilizzante del nodello. Colpisce soprattutto cavalli giovani con coinvolgimento dei legamenti che fissano queste ossa nell’articolazione (legamenti sesamoidei). Il dolore è il sintomo più eclatante. La diagnosi si basa su quadri radiografici e la terapia prevede riposo prolungato (7-9 mesi), somministrazione di antinfiammatori, trattamento con onde d’urto o somministrazione di biofosfonati, molecole che inibiscono il riassorbimento osseo e favoriscono l’aumento della densità ossea aiutando il processo di guarigione. È una patologia piuttosto grave e la prognosi è sempre riservata.
Articolo a cura di Arianna Lovati, medico veterinario e ricercatore di Scienze Cliniche presso l’Università di Milano. Arianna Lovati è a disposizione per rispondere alle vostre domande all’indirizzo e-mail espertorisponde@dotsport.it