Sono due le novità importanti in materia di regolamenti. Una riguarda la “blood rule”, l’altra le redini di ritorno.
Sembra che ci sia l’intenzione di circoscrivere l’ambito di applicazione della “blood rule”, norma che impone l’immediata squalifica di qualsiasi cavallo sia visto sanguinare durante una gara.
Sono state vittime illustri di questa regola Adelinde Cornelissen e Jerich Parzival che si pizzicò la lingua alla finale di Coppa del Mondo di Las Vegas qualche anno fa e, per lo stesso motivo, anche Edward Gal e Glock’s Undercover ai Campionati Europei di Aquisgrana. Ad Aquisgrana anche l’ucraina Alisa Kovan´ko e Vian Stallone sono incappati nell’eliminazione quando su una delle balzane del cavallo è apparso del sangue. Vian Stallone in quel caso deve aver urtato lo steccato del rettangolo o essersi toccato col ferro dello zoccolo opposto. Viene da chiedersi perché non si possa permettere ai dressagisti di tenere indosso protezioni come stinchiere, fasce e paranocche se poi devono essere eliminati perché si pestano da soli o toccano la recinzione del rettangolo.
Anche un cavaliere italiano ha visto concludersi una competizione importante per questo motivo. Si tratta di Marco Biasia fermato ai Weg di Lexington per un graffietto sulla grassella del grigio Gandalf The Grey.
La “blood rule”, così come è scritta, svantaggia maggiormente gli atleti che montano cavalli grigi sui quali ogni segnetto diventa facilmente visibile ed è uno spauracchio per qualsiasi completista. Infatti non è così difficile che un cavallo che galoppa per 11 minuti in campagna con dei grossi ramponi attaccati ai ferri per non scivolare, che salta dentro e fuori dall’acqua e attraverso sieponi enormi possa graffiarsi. E pensate agli insetti che abbiamo in certe regioni d’Italia. Pavia con le sue gigantesche zanzare e spaventosi tafani non potrebbe mai candidarsi per una manifestazione importante senza la certezza che la metà dei concorrenti sarebbero eliminati. Ma tant’è.
L’idea di rivedere questa norma forse non è poi così sbagliata. La proposta è di mantenere l’eliminazione per i cavalli che sanguinano dalla bocca e per quelli che presentano ferite causate da speroni o frustini. Per tutte le altre escoriazioni o lacerazioni il giudice avrà la facoltà di fermare il cavallo, visionare la parte ferita e lasciarlo continuare se pensa che il cavallo sia comunque “fit to compete”. Dopo la competizione un veterinario dovrà verificare lo stato di salute dell’animale e dichiararlo abile ad affrontare le restanti prove.
Questa proposta sarà considerata in questi giorni durante l’assemblea generale Fei a San Juan, Puerto Rico.
Per quel che riguarda le redini di ritorno sembra che anche la Germania stia pensando di rivedere le sue regole a riguardo dopo che la Svizzera ha recentemente imposto un divieto al loro uso in campo prova ed in premiazione. Secondo la federazione svizzera vedere un cavallo con le redini di ritorno potrebbe dare un’impressione negativa del nostro sport a quella parte di spettatori che non hanno conoscenza degli sport equestri o che si avvicinano per la prima volta al nostro mondo.
Per il momento ogni nazione ha le sue regole in materia, ma è un dato di fatto che la maggior parte dei cavalli presenti in premiazione nelle manifestazioni più importanti di tutto il mondo indossino redini di ritorno. La premiazione, momento bellissimo e carico di emozioni sia per gli atleti sia per il pubblico, più di una volta si è trasformata in un incubo a causa dell’esuberanza dei suoi protagonisti a 4 zampe. Oggi tantissimi cavalli sono tenuti interi (stalloni) e, secondo i loro cavalieri, l’uso delle redini di ritorno, anche lasciate lunghe, li tiene disciplinati senza in realtà costringerli.