Roberto Cristofoletti aveva chiuso ottavo dopo la prima prova di giovedì. Poi, venerdì, ha scalato tutte le posizioni piazzandosi al primo posto in classifica. Il primo caporal maggiore dell’Esercito Roberto Cristofoletti con il secondo posto nella finale di oggi, domenica 2 ottobre, sui campi di Follonica, ha confermato il suo predominio nei Campionati Italiani Assoluti 2011. Il cavaliere milanese, classe 1979, tesserato presso la scuderia La Capinera (gestita dalla famiglia Cristofoletti da oltre 30 anni), in sella a Bukowskis Belisario, castrone svedese di dodici anni, ha ascritto il suo nome nell’albo d’oro dei campionati italiani di salto ostacoli. Con lui, sul podio, un gradino più giù, con la medaglia d’argento al collo, Simone Coata sul cavallo federale Mirage de Levaux. Bronzo all’agente del Corpo Forestale Francesca Capponi, in sella a Stallone.
Abbiamo raggiunto telefonicamente il campione d’Italia, mentre riportava personalmente a casa il suo cavallo, alla guida del van.
“Oggi, in campo, abbiamo affrontato un primo giro tecnico e un secondo giro di entità. Vezzani, in questo campionato, ha dosato scientemente tutte le richieste: mezzi, agilità e tecnica”. Con queste parole, Cristofoletti, ha commentato i disegni dello chef d’equipe. Curiosa, invece, la storia del suo compagno di gara. Belisario, infatti, è nato in Svezia, a 1 chilometro dalla fidanzata di Cristofoletti, Helena Lundback, e ha fatto unicamente passeggiate fino all’età di 8 anni. “La sua prima gara – racconta il campione – l’ha fatta con Helena 4 anni fa. Poi abbiamo deciso di fare uno scambio: io le ho dato Ucity e lei mi ha dato Belisario. Nel lavoro, ho dovuto rispettare i suoi tempi, perché, oltre ad essere tardivo e senza esperienza, era, ed è, un cavallo di carattere e di sangue. Con molto talento però!”. Sorride, Cristofoletti, mentre confida che nel suo prossimo futuro c’è già un imminente programma: “Torno da Ludger Beerbaum per un mese, per cercare di imparare qualcosa”. Queste, le parole del campione d’Italia, che ha vissuto nelle scuderie di Beerbaum per due anni. “Che cosa devo imparare? A farmi un’idea su me stesso – precisa Cristofoletti – e su come adattare il lavoro. Ogni cavallo ha la sua storia che va ben interpretata dal suo cavaliere, per andare avanti insieme, imboccando la giusta strada”. Parole degne di un campione.
comunicato Fise