
“Gli avversari saranno tutti molto pericolosi, anche se per il momento sono ancora nell’ombra. Ma Roma non teme nessuno. Quella dell’assegnazione dei Giochi Olimpici del 2020 è una sfida difficile, ma non impossibile”. Così il presidente del CONI, Gianni Petrucci, a chiusura della due giorni-evento degli Stati Generali della capitale. Roma ci riprova, sessant’anni dopo la “sua” Olimpiade, quella – appunto – del 1960. Sessanta anni dopo Berruti, Benvenuti, i D’Inzeo (ma anche Cassius Clay e Abebe Bikila), Roma vuole tornare ad accendere la fiaccola di Olimpia sotto il suo cielo.
Il numero uno dello sport italiano lo ha ribadito con forza, nel cuore del vertice che lo ha visto al fianco del neo presidente del Comitato promotore di Roma 2020, Mario Pescante, alle autorità locali, dal sindaco Gianni Alemanno alla presidente della Regione Lazio Renata Polverini e al presidente della Provincia Nicola Zingaretti, fino alle autorità politiche: dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta al ministro dell’Economia Giulio Tremonti.
“Al momento ci siamo solo noi, ma i concorrenti per i Giochi del ’20 arriveranno e saranno terribilmente agguerriti. Dobbiamo essere bravi non solo a trovare unione di intenti, ma anche a non farci troppi complimenti, a non dirci da soli che siamo i migliori e pensare solo a lavorare e a lottare fino alla fine, sapendo che abbiamo sempre organizzato manifestazioni sportive di grande successo. Io ho fiducia: la nostra squadra è fortissima”.
Presidente della “squadra” per Roma 2020 è come detto Mario Pescante, con il suo formidabile passato (e presente) di dirigente sportivo; presidente onorario Gianni Letta, che ha tenuto a puntualizzare il ruolo della città nella sfida (“Roma non ha bisogno di traini particolari, ma di riaffermare la sua presenza nel mondo”), facendo riferimento all’esperienza dei Giochi invernali ospitati da Torino nel 2006: “Torino fu cambiata nell’anima da quell’evento, ritrovando il gusto di vivere con gli altri,aprendosi forse per la prima volta ai grandi flussi turistici, cogliendo insomma una grande occasione. Non si vive nella competizione globale solo di Pil e di economia, ma anche di immagine, del modo e della capacità di colpire l’immaginario collettivo”. Vice presidenti del Comitato sono il sindaco Alemanno e lo stesso Gianni Petrucci. Membri di diritto Zingaretti e la Polverini; membri effettivi il segretario generale del Coni Pagnozzi e il presidente del Comitato paralimpico Pancalli. Direttore generale è Ernesto Albanese, mentre a presiedere il Comitato di compatibilità e programmazione economica sarà un uomo di stretta fiducia del ministro Tremonti, Marco Fortis; coordinatore sarà Franco Carraro. A comporre infine il comitato d’onore Luigi Abete, Nerio Alessandri, Azzurra Caltagirone, Diego Della Valle, Luca Cordero di Montezemolo, Aurelio De Laurentiis, John Elkann, Cesare Geronzi, Andrea Guerra, Giovanni Malagò, Emma Marcegaglia, Giuseppe Recchi e Aurelio Regina.
Se Tremonti ha fatto un riferimento preciso al gravissimo momento internazionale (“Quanti sta accadendo nel Mediterraneo ci impone una riflessione su come sarà il mondo nel 2020. Noi crediamo che le Olimpiadi possano garantire un grande contributo di civiltà alla pace di questa fondamentale regione”), Mario Pescante ha invocato soprattutto unità: “Proviamo a farcela. Nei momenti difficili il nostro Paese riesce a compiere autentiche imprese. Dovremo stare uniti. Nella corsa ai Giochi del 2004 non avemmo fortuna, questa deve essere un’occasione di grande rivincita”.
Nel ’60, Roma – che aveva dovuto rinunciare a organizzare i Giochi del 1906 a causa dell’eruzione del Vesuvio… – batté la concorrenza di Losanna all’ultimo ballottaggio. Prima erano evaporate una via l’altra le candidature di Tokyo, Detroit, Città del Messico, Bruxelles, Budapest. Stavolta chissà: si parla guarda caso ancora di Tokyo (avversaria pericolosissima, anche per l’esclusione finale sofferta per il 2016 a favore di Rio de Janeiro), di Madrid, di Istanbul, di San Pietroburgo, di Parigi, di Nuova Delhi, di Johannesburg. Potrebbe riaffacciarsi alla sfida Chicago, clamorosamente sconfitta, come la capitale del Giappone, nell’ultima assegnazione, a dispetto della discesa in campo dello stesso presedente Obama. “Decide il CIO (noi abbiamo l’onore di avere cinque membri: ma non potranno votare, purtroppo) – la lucida analisi di Gianni Petrucci – ma non bisogna sottovalutare il peso dei progetti e dei presupposti. Il nostro sport ha una grandissima credibilità. Siamo il più importante comitato olimpico del mondo, grazie soprattutto ai risultati di atleti che ci hanno portato ad essere nei primi cinque per risultati olimpici. Serve, certo, l’appoggio di tutti. Della politica, degli imprenditori. Tutti tifano Roma, ne sono sicuro. I soldi ci sono, gli impianti pure: al 73 per cento sono già pronti e c’è un progetto per uno splendido Villaggio Olimpico che circonderà alcune delle strutture. Questi Stati Generali di Roma sono uno spot ideale per la nostra candidatura. Proviamo a riportare le Olimpiadi nella capitale d’Italia, sessanta anni dopo”.
comunicato Fise