Entrando in una scuderia si possono capire molte cose su chi la gestisce: che tipo di rapporto ha con i cavalli, con le persone, con l’equitazione in generale. Quella di Filippo Moyersoen è una scuderia di soli 10 cavalli che si trova nel Parco Sud di Milano. Quando la visitiamo noi ci sono 34 gradi all’ombra e le campagne circostanti sono infestate da zanzare e tafani e una serie di altri esseri volanti non riconoscibili ma tutti in grado di pungerti.
Dentro la scuderia però c’è un microclima fantastico, non c’è una pagliuzza per terra, né vola una mosca (ci sono le zanzariere sia alle finestre che alle porte): l’ambiente è sereno, rilassato, e i cavalli ti guardano con interesse per vedere se hai portato qualche opera di bene (vedi carote, zucchero o altro).
Filippo Moyersoen oggi ha quasi 54 anni, vinto molto, in Italia e all’estero.
Abbiamo avuto l’onore di poterlo intervistare (vedi anche il video allegato).
Quando è iniziata la sua avventura con i cavalli?
“Quando? Difficile dare una risposta… da sempre direi, mio padre si è trasferito in Italia quando ha sposato mia madre ed ha avviato un’azienda agricola…all’inizio ho fatto un po’ tutte le specialità, compreso il volteggio [ndr chi l’avrebbe detto?!]… i primi concorsi di salto ostacoli di cui mi ricordo sono di quando avevo 13 anni. Ho iniziato la facoltà di veterinaria ma poi mi sono reso conto che non potevo fare tutto e mi sono concentrato sull’attività agonistica ”
E oggi?
“Ho gestito per molti anni un maneggio, facendo l’istruttore e seguendo gli allievi nelle gare. Ad un certo punto mi sono reso conto che per ottenere risultati dovevo avere il modo di concentrarmi solo sui cavalli. Per questo oggi di fatto seguo solo una decina di cavalli, tendenzialmente dai 6 anni in su, che prendo in lavoro da proprietari che condividono il mio modo di lavorare e puntano a farli crescere. Ci vuole tempo ma i risultati arrivano. E’ il caso dei tre cavalli che ora possono alternare nelle gare grosse: Loro Piana Eclypso D.C. (uno stallone di un allevatore italiano di padre Hannover), Loro Piana Zenzero di Santa Marta, che è un cavallo italiano che ho avuto modo di portare già in due Coppe delle nazioni, e Loro Piana Netvari, uno degli ultimi arrivati nella mia scuderia, molto rinsanguato e un po’ disordinato ancora, ma che sta avendo una buona progressione e da cui mi aspetto molto ”.
C’è un cavallo su cui ha lasciato il cuore?
Certamente ci sono cavalli ti portano più risultati e che inevitabilmente ti lasciano più ricordi. Ma a dire il vero ogni cavallo è particolare ed ha le sue caratteristiche, perciò potrei dire qualcosa per ciascuno dei cavalli che seguo oggi. Di quelli del passato non posso non ricordare Adam: era un cavallo particolarmente impegnativo che era stato preparato da D’Inzeo e che mi venne affidato dalla Federazione. Mi ha dato parecchie soddisfazione: con lui ho avuto modo di parti capre a due Campionati europei, uno del mondo, un’olimpiadi e vincere e piazzarmi in diversi Campionati Italiani. E poi c’è Loro Piano Duganot, un cavallo che ho preso da zero e che ho tolto dalle gare a 19 anni che ancora era in ottima forma (a 17 anni mi ha fatto due percorsi netti in Coppa delle Nazioni a Dublino). Duganot è un cavallo che veramente mi ha fatto crescere e mi ha permesso anche di raggiungere l’indipendenza economica.
Scopri tanto altro nell’intervista in video…