Veratti e Cecilia svelano i retroscena delle Paralimpiadi con una lettera al Presidente Paulgross

Pubblichiamo di seguito la lettera inviata dalle amazzone azzurre Antonella Cecilia e Silvia Veratti che hanno appena concluso la loro esperienza agonistica alle Paralimpadi di Londra.
“Gent.mo Presidente,
torniamo a rivolgerci a Lei,dopo l’esperienza Paralimpica di Londra,i cui risultati per quanto riguarda il dressage, saranno già di sua conoscenza,e che non sono minimamente stati all’altezza nè delle aspettative nè delle capacità dimostrate nelleprecedenti manifestazioni nazionali ed internazionali.
Scopo della presente è pertanto,metterLa al corrente di quanto accaduto durante la spedizione, nel modo più concreto e conciso possibile, per metterLa in condizioni di conoscere la nostra versione dell’accaduto, poter chiarire questo stesso e tenerLa partecipe di una nostra profonda tristissima riflessione sull’importanza, che determinati incarichi ricoprono e riflettono in campo sportivo, per di più paralimpico,appunto.
Dopo un anno di discussioni,litigi ed umiliazioni siamo arrivate alle Olimpiadi di Londra,sentendo dire ancora una volta “il tecnico sono io e decido io”. Non è servito a nulla segnalare nei mesi precedenti all’evento l’incompetenza del nostro tecnico federale che è riuscita a danneggiare la squadra,scegliendo di far entrare per prima Silvia Veratti, a seguire Antonella Cecilia e Francesca Salvadè. Con la presunzione del suo ruolo ha deciso l’ordine della squadra senza interpellare né tecnici né atleti e anzi ignorando la richiesta fattagli esplicitamente dall’istruttore delle prime due di non farle gareggiare vicine, cosi da poterle seguire in campo prova.
Ma a nulla è servito,il secondo giorno di concorso le atlete Veratti e Cecilia si sono trovate accavallate impedendo quasi totalmente a quest’ultima di poter usufruire della presenza del proprio tecnico,che avrebbe potuto montare il cavallo Corlord e non ha potuto farlo per problemi di tempo.
La rabbia è aumentata quando è stato spiegato il motivo di tali scelte, volte a tutelare solo gli interessi dell’atleta Salvadè, peraltro da lui seguita, dichiarando di doverla proteggere e “non mandarla allo sbaraglio” in quanto meno esperta.
Il tecnico,a nostro avviso dovrebbe favorire l’atleta con più possibilità per ottenere il maggior punteggio per la squadra, dato che come è noto, viene scartato il punteggio più basso.
La cosa più grave è stata quando il tecnico della squadra, durante una riunione, ha dichiarato di non conoscere il regolamento,non sapendo che l’ordine di partenza del primo giorno sarebbe stato lo stesso anche per il secondo.
Il tutto,lo ripetiamo,ha creato disagi tecnici e morali all’interno della squadra, che non ha potuto così esprimere,neanche lontanamente,la propria preparazione,oltre al fatto che il giorno precedente alla prima gara il clima era di estrema tensione,con discussioni accese,anche in luoghi pubblici,che certo non ci hanno aiutato.
La conclusione è che quest’esperienza ci ha segnato con la delusione e l’amarezza di chi si vede bloccata la possibilità di esprimersi ,nonostante tale possibilità gli sia stata promessa,prospettata,offerta a pieno titolo.
Ci rimettiamo al Suo giudizio affinchè tali incongruenze così gravi rispetto ad un evento di tale grandezza,non si ripetano più con nessuno.
La ringraziamo sinceramente per l’attenzione, auspicando che quanto riferitoLe, possa contribuire a miglioramenti definitivi e ampiamente costruttivi.
Antonella Cecilia

Silvia Veratti

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