Semplicemente straordinario. E storico. Anna Cavallaro è salita sul podio di Lipsia, protagonista assoluta del volteggio alla FEI World Cup. Terza su Harley alle spalle delle due formidabili tedesche Simone Wiegele e Antje Hill su Arkansas, capace di una prova entusiasmante per qualità tecnica, volontà e coraggio.
Anche coraggio, certo. Perché la magnifica atleta della Fenice di Verona, quattro volte campionessa italiana e decima ai WEG 2010 di Lexington, ha addirittura rischiato di non scendere in campo. Colta nel cuore della notte di venerdì da un fastidiosissimo virus intestinale, è stata sul punto di alzare le braccia, rinunciando malinconicamente alla seconda manche cui poteva presentarsi, appunto, col terzo posto conquistato nella giornata di ieri.
“Verso le sei del mattino – il racconto di Frauke Geilhof, responsabile del dipartimento FISE del volteggio – ho davvero pensato di portare Anna in ospedale. Stava male da quattro ore, non aveva chiuso occhio. Poi, c’è stato il miracolo”.
Un miracolo che ha preso corpo stamattina, sotto gli occhi del presidente della FISE Andrea Paulgross, nell’arena principale del padiglione 1 della Leipziger Messe, la Fiera di Lipsia, un quartiere espositivo che vanta ormai ottocento anni di storia.
La Cavallaro è stata perfetta, al pari di Harley, che rispetto alla prima manche ha trovato a sua volta più calma e concentrazione e l’ha accompagnata senza sbavature alla conferma dell’eccellente piazzamento ottenuto venerdì: “Questo risultato, prima ancora che a me stessa e a chi mi vuole bene, sento di doverlo dedicare soprattutto a lui, al mio fantastico cavallo, e al mio longeur, Nelson Vidoni”, ci ha raccontato l’azzurra, emozionata al pari di quanti l’hanno seguita in quest’avventura in Germania.
“Salutiamo con immensa gioia un traguardo – il commento a caldo del presidente Paulgross – che può rappresentare uno strepitoso trampolino di lancio per questa disciplina e, in generale, per il nostro movimento. Il 2011 sta partendo bene, regalandoci finalmente, sul campo, le soddisfazioni che la federazione cerca con impegno costante, rafforzando la sua struttura e i suoi programmi, avendo come unico obiettivo lo sport. Il volteggio è una disciplina in crescita ormai notevolissima: quella percentualmente in maggiore incremento, cifre alla mano, in ogni angolo del mondo. La FISE ha da tempo colto questo segnale, puntando dritto sulla qualità di atleti e tecnici di grandi capacità. Ancora una volta è stato dimostrato che, messi nelle condizioni giuste, i talenti italiani non hanno niente da invidiare ad altre realtà”.
Il risultato è esaltante, unico. Lipsia ha proposto per la prima volta una prova di volteggio alla World Cup. E al termine di questa prova sul podio è salita un’italiana, a raccogliere un bronzo che vale un oro. Certo, è stata dura. Per eseguire la seconda prova di free style – in questa gara top-10 è stata scelta questa formula, con una doppia esibizione “libera”, garanzia assoluta di spettacolo – Anna ha dovuto limitarsi a passaggi più semplici, evitando tutte le evoluzioni che avrebbero richiesto grande forza fisica.
“Ero decisamente debilitata, dopo quella notte da incubo – ci ha confermato lei stessa – ma paradossalmente è andata meglio del primo giorno, quando anche il mio cavallo, non abituato a questo campo, era un po’ troppo spaventato”.
“Sono entusiasta di questa giornata – l’ulteriore commento della bravissima Geilhof – anche perché so che Anna può fare ancora di più. E lo farà vedere in futuro. Certo, qui non era facile. Anna veniva come abbiamo detto da una notte insonne, è arrivata al campo senza avere nemmeno la possibilità di provare: le poche energie che aveva doveva riservarle alla gara. E poi le tedesche sono atlete formidabili: non a caso una di loro, la Wiegele, ha vinto l’argento a Lexington. E noi nel volteggio siamo una nazione ancora giovane…”.
Giovanissima, a dirla tutta. Questa disciplina che ormai ha trovato piena dignità anche nelle gare grosse, per la sua straordinaria mescola di eleganza e spettacolarità, è partita in Italia solo nel 1992: in Germania, dove il volteggio è passaggio obbligatorio per i giovani che si avviano all’equitazione (“Niente da più confidenza con il cavallo”, suggerisce ancora la Geilhof), questo sport era in voga già negli anni Trenta. Ma stiamo recuperando in fretta qualsiasi gap, sotto la spinta di un’attenzione evidente da parte della FISE: in fondo, la magia di questa giornata era stata annunciata in qualche modo poche settimane fa, al CIT di Firenze, nel concorso internazionale che non a caso aveva avuto la Cavallaro tra le protagoniste.
Anna, 25 anni, ha scoperto il volteggio (“La mia vita: mi ha colpito al cuore sin dal primo istante”) quando ne aveva undici. Prima, praticava la ginnastica artistica: “Una base eccellente – dice – per quello che sto facendo ora”. Si allena presso l’associazione equestre La Fenice, a San Martino Buon Albergo, con il quotatissimo maestro Vidoni. Ha anche studiato restauro all’università di Verona. Prima di Lipsia, era decima nella ranking mondiale di volteggio.
E adesso? “E adesso un po’ di meritato riposo – ci ha detto Anna – e poi si torna a lavorare. Il prossimo appuntamento è a giugno, all’internazionale di Stadt Paura. E poi gli Europei. Non dobbiamo fermarci, ma fare in modo che questo terzo posto sia un punto di partenza. Come si dice? L’appetito viene mangiando”.
comunicato e foto Fise – Stefano Petrucci